Cicatrici post acneiche: tecniche combinate di resurfacing

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A) Prima e B) Dopo tre trattamenti con laser CO2 frazionale microablativo associato a radiofrequenza bipolare
A) Prima e B) Dopo tre trattamenti con laser CO2 frazionale microablativo associato a radiofrequenza bipolare

Discussione

La scelta della procedura da attuare di volta in volta deve tenere conto di numerose considerazioni quali il tipo, il numero e la gravità delle lesioni, il costo del trattamento, i possibili effetti collaterali, le aspettative del paziente e quelle del medico nonché della valutazione di trattamenti precedentemente eseguiti.

È utile classificare morfologicamente le cicatrici da acne per scegliere una modalità di trattamento appropriata. Una semplice classificazione riguarda la mancanza o l’eccesso di tessuto.

I laser più utilizzati nel trattamento degli esiti cicatriziali post acneici sono quelli ablativi e in particolare il trattamento con sorgenti CO2. Questa sorgente con una lunghezza di onda di 10.600 nm riconosce come bersaglio molecolare l’acqua provocando una vaporizzazione tissutale. La capacità di penetrazione di questo sistema è di circa 20-30 micron, anche se il danno termico arriva a profondità maggiori. Questo tipo di resurfacing offre buoni risultati soprattutto nelle lesioni di tipo boxcar superficiali andando a stimolare la neocollagenogenesi e il rimodellamento tissutale con miglioramenti > del 70% dopo 12 mesi 19.

L’introduzione della tecnologia frazionale ha permesso di trattare le cicatrici in maniera ancora più sicura. La tecnologia frazionale è applicata al laser CO2 in modo da modificare la tradizionale scansione ablativa (orizzontale) in una scansione microablativa (frazionamento del raggio) con la possibilità di creare micro-colonne verticali di danno ablativo e termico separate da porzioni di tessuto sano. Alla potenza espressa in watt e alla durata dell’impulso espressa in ms si aggiunge un terzo parametro operativo rappresentato dalla distanza fra una microzona di danneggiamento e l’altra. La profondità raggiunta in corrispondenza di ogni singolo punto può arrivare a 150-300 micron. Si forma in tal modo una colonna termica che diffonde calore alle zone circostanti provocando shrinkage immediato. In questo modo con un sistema minimamente ablativo, e con una sensibile riduzione del down time, si registra un miglioramento della texture, dell’omogeneità del colorito cutaneo nonché delle cicatrici post acneiche 20. In genere per ottenere buoni risultati si ricorre a 3-6 trattamenti distanziati di almeno un mese e mezzo con miglioramenti persistenti delle cicatrici > 60%. Questi trattamenti vengono inoltre ben accettati dai pazienti visto che interferiscono con la loro vita di relazione solo per pochi giorni (in genere entro 10 giorni si risolve tutto). I dispositivi laser integrati con radiofrequenza bipolare sono in grado di compattare in profondità la biostimolazione e di provocare un certo sollevamento del tessuto, grazie alla capacità di tonificare e stimolare l’attività dei fibroblasti a produrre nuovo collagene 21-26. Il laser CO2 frazionale 10.600 nm ha la capacità di modulare il rilascio delle citochine normalmente coinvolte nei processi di guarigione delle ferite, promuovendo così la replicazione cellulare e l’equilibrio organizzativo del collagene contro la fibrosi eccessiva 27.

Immagini acquisite con sistema multispettrale in proiezione tridimensionale 3D. Particolare di trattamento di cicatrici post acneiche (box-car) con Dye laser 595 nm e laser CO2 frazionale microablativo associato a radiofrequenza bipolare. A) Prima del trattamento; B) Dopo il trattamento
Immagini acquisite con sistema multispettrale in proiezione tridimensionale 3D. Particolare di trattamento di cicatrici post acneiche (box-car) con Dye laser 595 nm e laser CO2 frazionale microablativo associato a radiofrequenza bipolare. A) Prima del trattamento; B) Dopo il trattamento

Per le cicatrici ipertrofiche e per i cheloidi, anche nella nostra esperienza il Dye laser 595 nm risulta molto efficace. Il PDL blocca la perfusione vascolare della cicatrice e modula l’attività dei fibbroblasti 7. Studi biochimici hanno mostrato nei tessuti cheloidei trattati con PDL una diminuzione nell’induzione a trasformare il fattore di crescita beta 1 (TGF-β1) 28 e l’aumento dell’espressione nella matrice delle metalloproteinasi (MMP)29. Questo favorirebbe la degradazione del collagene e l’apoptosi dei fibroblasti.

Conclusioni

Nonostante l’acne sia un problema di solito legato all’età adolescenziale, le lesioni attive così come le sequele, soprattutto le cicatrici, possono danneggiare il volto di molti individui adulti. Le cicatrici post acneiche rappresentano un problema complesso anche per il medico visto che la loro risoluzione non è sempre facile e il più delle volte richiede il ricorso a trattamenti combinati.

Ogni caso deve essere analizzato con attenzione e deve essere sviluppato un approccio specifico per ciascun individuo e per i diversi tipi di cicatrice. L’intervento precoce viene considerato a volte in modo critico ma, se correttamente eseguito, può evitare conseguenze estetiche peggiori. Il momento ottimale per il trattamento non è stato ancora stabilito, ma diversi studi, nonché la nostra esperienza clinica, dimostrano che “prima si interviene meglio è”. L’identificazione di nuove tecniche efficaci è fondamentale per arricchire il ventaglio di opzioni terapeutiche in modo da permettere al medico, in accordo con il paziente, di scegliere il trattamento con un rapporto efficacia-sicurezza sempre più favorevole.

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