Cicatrici post acneiche: tecniche combinate di resurfacing

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Resurfacing con laser CO2

Le procedure di resurfacing come la dermoabrasione, i peeling chimici di media profondità e il laser resurfacing ablativo sono state tradizionalmente utilizzate per trattare i pazienti con cicatrici da acne diffuse. Tali tecniche rimuovono l’epidermide e il derma superiore senza coinvolgere gli annessi cutanei, che anzi sono fondamentali per permettere la rigenerazione della cute e la produzione di collagene attraverso lo stesso processo di guarigione. In particolare il laser CO2 (lontano infrarosso), che è stato riconosciuto come la miglior procedura di resurfacing, riscalda anche il derma non ablato, provocando un immediato rafforzamento della cute termicamente indotto. Nonostante i buoni risultati raggiunti mediante il resurfacing con laser CO2, questo trattamento è stato associato a lunghi periodi di recupero e a numerosi effetti collaterali come eritema prolungato e discromie. Spinta dall’esigenza di disporre di sistemi che garantissero in qualche misura i risultati dell’ablazione ma con un down-time ridotto e minori effetti collaterali, l’industria di questo settore tecnologico ha prodotto dispositivi con emissione nello spettro del vicino-medio infrarosso (1.320, 1.440, 1.450 e 1.540 nm). Questi laser creano una ferita termica controllata del derma, senza provocare soluzioni di continuo in superficie, e avviano in tal modo una cascata biochimica che porta ad un processo di neocollagenogenesi con rinnovamento e rimodellamento del tessuto 17, 18.

Tuttavia, con questi sistemi sono spesso richiesti una serie di trattamenti, e il miglioramento delle cicatrici da acne, in particolare di quelle atrofiche (soprattutto ice-pick), risulta essere considerevolmente meno evidente rispetto a quello ottenuto con il laser CO2. Per questi motivi si afferma sempre più l’utilizzo del laser CO2 frazionale ablativo che grazie a una serie di impulsi ablativi e termici associa a una microablazione superficiale un decisivo e controllato danno termico del derma con successiva riorganizzazione del tessuto. La combinazione con radiofrequenza bipolare presente nello stesso sistema potenzia l’effetto di stimolazione e ricostruzione del tessuto ottenendo risultati incoraggianti che riportiamo in questo lavoro.