No agli interventi trasformativi, agli inganni dei social media e ai filtri che poi mettono a rischio milioni di persone. «Un medico responsabile non li farebbe», dice Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di medicina estetica

Oltre 71 milioni di visualizzazioni su TikTok per l’hashtag #rinofiller, 9,5 milioni per #rinofillertransformation e 12,1 milioni per #rinofillermilano, cui seguono molti altri tag sullo stesso tema. «Numeri impressionanti, ma sui social media mancano informazioni complete sui trattamenti di medicina estetica, inclusi i rischi, gli effetti collaterali e le reazioni avverse. Foto e video sono spesso alterate da filtri, informazioni fuorvianti e ideati per scopi commerciali non dichiarati»: l’avvertimento arriva da Emanuele Bartoletti, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME).

«In verità, la medicina estetica, sin dalla sua nascita nel 1975 con il fondatore Carlo Alberto Bartoletti, è ben altra cosa da ciò che spesso viene comunicato e ha anzi spiccato ruolo sociale. La medicina estetica, infatti, è una disciplina medica che realizza un programma di medicina sociale, preventiva, curativa e riabilitativa al servizio della collettività: il suo scopo ultimo è la costruzione e la ricostruzione dell’equilibrio psicofisico individuale. Eppure purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito ad una trasformazione di questo concetto determinata da una spinta consumistica eccessiva della quale anche questa disciplina è stata vittima».

Le fondamenta della medicina estetica

Ricordiamo i punti essenziali di questo importante campo d’azione: il trattamento delle disgrazie fisiche e delle alterazioni estetiche costituzionali; il trattamento delle sequele inestetiche delle malattie e degli incidenti traumatici; la prevenzione dell’invecchiamento e della possibile invalidità psicofisica conseguente; l’educazione costante, per permettere a ciascuno una gestione razionale del proprio patrimonio biologico, grazie a programmi d’igiene mentale, fisica, cosmetologica e alimentare.

«È, dunque, evidente come la vera medicina estetica – che è necessario far conoscere a colleghi medici, pubblico ed istituzioni – vada a sfatare l’idea sbagliata ma sempre più diffusa che si tratti, invece, di una disciplina trasformativa, che cambia i tratti della persona seguendo canoni innaturali e artificiali, troppo spesso assecondando i desideri alla moda delle singole persone – prosegue il presidente della SIME -. La bellezza pronta e subito, la trasformazione, l’inseguire una giovinezza a tutti i costi hanno reso molti pazienti delle maschere grottesche e dirette verso un’omologazione che nulla ha a che vedere con la medicina. A questo, purtroppo, ha portato anche una “disponibilità” di medici non preparati a esaudire in maniera acritica tutte le richieste dei pazienti. Un messaggio, questo, che porteremo con forza anche alla Fiera Welfair 2023, organizzata da Fiera Roma, alla quale annunciamo, oggi, la nostra partecipazione».

Sime a Welfair 2023

«Con questa tavola rotonda a Welfair 2023 la Società italiana di medicina estetica vuole, dunque, ribadire con forza il ruolo della medicina estetica: una medicina soprattutto preventiva ed educativa, che non può prescindere da un approccio diagnostico strutturato, necessario a mettere poi in atto un programma di manutenzione e un programma di correzione che coinvolga solo i difetti estetici esistenti dovuti a malformazioni costituzionali o ai segni dell’invecchiamento, oltre che curare patologie ad evoluzione cronica come la pannicolopatia edematofibrosclerotica, meglio conosciuta come cellulite».

«È, quindi, strategico e molto importante che Welfair 2023 abbia collocazione nella Capitale, dove si incontrano i più autorevoli livelli della governance e della politica sanitaria nazionale e regionale – sottolinea Fabio Casasoli, amministratore unico di Fiera Roma –. In questo modo, è un ulteriore valore aggiunto per garantire l’efficacia dei tavoli e la continuità dei processi di miglioramento avviati durante l’evento».

«Welfair 2023 è un nuovo format di fiera sanitaria – spiega il co-organizzatore Claudio Lo Tufo – concepito per generare processi di cambiamento facendo confrontare su temi concreti e specifici tutti gli attori della filiera: società scientifiche, aziende tecnologiche e governance istituzionale in primis. Proprio per questo approccio ‘pratico’ ci chiamiamo la Fiera del fare sanità».

Per un’informazione sanitaria corretta

«Quello che ci proponiamo – riprende il presidente di SIME – è far nascere una nuova stagione di corretta informazione e comunicazione sanitaria tra tutti gli stakeholders, perché un’idea sbagliata di medicina estetica può avere gravi ripercussioni. È facile capire come un medico estetico non possa improvvisarsi solo dopo aver frequentato dei corsi online o dei weekend aziendali sull’uso dei filler, ma dovrà investire tempo per poter acquisire e metabolizzare tutte le nozioni scientifiche che devono far parte del suo bagaglio culturale affidandosi a corsi specifici e completi anche nel training pratico, come quelli quadriennali organizzati dalle società scientifiche o a master universitari. Solo affidandosi a questi medici un paziente sano che si rivolge alla Medicina Estetica non rischierà di “ammalarsi” per una terapia errata, mal condotta o senza indicazione».

«L’ingrediente fondamentale della bellezza è la semplicità – conclude Emanuele Bartoletti – Scopo della medicina estetica è preservare la salute e ripristinare la naturale bellezza delle persone. Per questo è una forma di cura, non di apparenza».