Un lavoro di revisione ha inteso delineare le attuali conoscenze sul ruolo di eosinofili, basofili e neutrofili nel pemfigoide bolloso, una patologia cutanea autoimmune

Il pemfigoide bolloso è una patologia cutanea autoimmune caratterizzata dalla formazione di vesciche la cui incidenza è aumentata negli ultimi anni. Colpisce in prevalenza gli anziani ed è associato a significativi rischi di mortalità e morbilità.

Mentre la fase iniziale della patologia è clinicamente caratterizzata da eruzioni e talvolta da pomfi associati a una forte sensazione di prurito, le eruzioni in combinazione con vesciche tese e piene di liquido sono specifiche della fase tardiva della malattia.

Sebbene la patologia sia storicamente caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi IgG contro le proteine desmosomiali BP180 e BP230, gli studi degli ultimi anni hanno chiarito il coinvolgimento di eosinofili, basofili e neutrofili nella patogenesi del pemfigoide bolloso; l’infiltrazione di queste cellule immunitarie nelle lesioni cutanee è considerata una caratteristica predominante di questa malattia cutanea.

Una rassegna condotta tra Germania e Svizzera e pubblicata su Biomolecules si è posta come obiettivo di delineare le attuali conoscenze sul ruolo di eosinofili, basofili e neutrofili nel pemfigoide bolloso.

Il ruolo degli eosinofili nella patogenesi del pemfigoide bolloso

I granulociti eosinofili sono cellule di derivazione midollare del lignaggio mieloide: il nome è stato dato a causa del colore brillante quando vengono colorati con l’eosina.

I granulociti eosinofili sono principalmente cellule residenti nei tessuti che agiscono come cellule effettrici chiave nelle malattie infiammatorie della pelle e rappresentano solo l’1-5% dei leucociti circolanti nel sangue periferico. Una delle loro funzioni è la difesa dell’ospite, in particolare in risposta a batteri extracellulari.

Gli eosinofili legano e uccidono i batteri, generando trappole extracellulari per il DNA (EET) che contengono proteine granulari tossiche, come la proteina basica maggiore (MBP), la neurotossina derivata dagli eosinofili (EDN) e la proteina cationica degli eosinofili (ECP).

La formazione di una fessura subepidermica, accompagnata da una significativa infiltrazione eosinofila, è una delle principali caratteristiche istologiche del pemfigoide bolloso. È stato dimostrato che gli eosinofili rappresentano le prime cellule immunitarie precoci che invadono la pelle nella patologia e sono tipicamente localizzati nel derma superiore delle lesioni cutanee oltre a rivestire la zona della giunzione dermo-epidermica, ma sono presenti anche nelle vesciche e nel sangue periferico dei pazienti con pemfigoide bolloso.

Diversi studi dimostrano che gli eosinofili e i loro prodotti granulari (chemochine e citochine) svolgono un ruolo chiave nella patogenesi del pemfigoide bolloso. Sebbene diverse osservazioni sostengano il ruolo patogeno degli eosinofili nel pemfigoide bolloso, pochi studi hanno esaminato l’associazione tra il numero di eosinofili tissutali, la gravità della malattia e la risposta al trattamento.

In uno studio di coorte retrospettivo che ha incluso 233 pazienti con pemfigoide bolloso, è stata riportata una correlazione significativa tra il numero di eosinofili del sangue periferico e cutaneo e la gravità della malattia, nonché gli esiti del trattamento, tanto che gli autori avevano concluso che gli eosinofili possono essere utilizzati come marker per prevedere la gravità della malattia nei pazienti con pemfigoide bolloso. Al contrario, non è stata trovata una correlazione tra il numero di eosinofili e la gravità della malattia, ma la loro quantità può servire come fattore prognostico per l’esito del trattamento.

Il ruolo dei basofili

Studi recenti, tuttavia, hanno dimostrato che la fase infiammatoria precoce del pemfigoide bolloso è associata a un’infiltrazione di basofili che correla con gli eosinofili, indicando un ruolo per entrambi i granulociti nello sviluppo delle vescicole e nell’infiammazione precoce.

Il duplice ruolo dei basofili nello sviluppo e nella risoluzione della patologia è stato confermato in un recente studio, in cui lesioni eritematose e bollose di un totale di 25 pazienti con pemfigoide bolloso sono state confrontate mediante istopatologia, immunoistochimica e microscopia elettronica. Il numero di basofili nella fase iniziale della patologia è risultato correlato positivamente con il numero di eosinofili.

Interessante notare inoltre che il numero di basofili era significativamente più alto nella fase bollosa del pemfigoide bolloso. I risultati dello studio suggerivano che i basofili sono coinvolti nello sviluppo e nella risoluzione del pemfigoide bolloso, in parte attraverso contatti cellula-cellula con eosinofili o macrofagi M2.

Il ruolo dei neutrofili

I neutrofili sono cellule abbondanti che costituiscono il 50-70% di tutti i leucociti circolanti. Funzionando come “primi soccorritori”, i neutrofili svolgono un ruolo di difesa dell’ospite contro agenti patogeni come batteri, funghi e protozoi. Il nucleo dei neutrofili maturi è segmentato e il citoplasma è arricchito da granuli e vescicole secretorie. Come tutti gli altri granulociti, i neutrofili si sviluppano nel midollo osseo a partire da cellule progenitrici mieloidi.

La correlazione osservata tra la conta dei neutrofili e la gravità della malattia indica un ruolo di questi leucociti nella patogenesi del pemfigoide bolloso. La prima prova che i neutrofili svolgono un ruolo essenziale nella formazione delle vescicole subepidermiche è emersa dalle osservazioni in un modello sperimentale.

Topi BALB/c trattati con anticorpi specifici per la rimozione dei neutrofili non hanno mostrato alcuna evidenza di infiltrazione infiammatoria o formazione di vescicole dopo l’applicazione di IgG anti-mBP180. Numerosi studi successivi hanno confermato queste intuizioni.

In sintesi, i risultati indicano che i neutrofili svolgono un ruolo centrale nella patogenesi del pemfigoide bolloso contribuendo direttamente alla separazione dermo-epidermica attraverso il rilascio di elastasi neutrofila.

Le conclusioni

In conclusione, eosinofili, basofili, neutrofili e i loro prodotti granulari sono importanti nella patogenesi del pemfigoide bolloso. L’infiltrazione di queste cellule dal sangue periferico alla pelle è una caratteristica predominante della malattia.

Sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio il ruolo di eosinofili, basofili e neutrofili nel pemfigoide bolloso e per favorire lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per questa malattia autoimmune della pelle che provoca vesciche e prurito.

M. M. Limberg, T. Weihrauch, N. Gray et al., Eosinophils, Basophils, and Neutrophils in Bullous Pemphigoid, Biomolecules. 2023 Jun 21;13(7):1019. Doi: 10.3390/biom13071019