Nuove pazienti: le insoddisfatte del “selfie”

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Fabrizio Malan
Fabrizio Malan
Fabrizio Malan

Il “selfie”, un autoscatto fatto con lo smartphone e pubblicato sui social network è ormai diffusissimo: tanto che alcune persone cominciano a rivolgersi al chirurgo estetico insoddisfatte della propria immagine virtuale, soprattutto donne giovani. La Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre) ha voluto analizzare questo fenomeno emergente, con sondaggio effettuato tramite un questionario pubblicato sul sito della Società e compilato dai soci nelle scorse settimane.

«L’interesse per questo tema ci è venuto da uno studio dell’AAFPRS, l’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery – dice Fabrizio Malan, presidente della Sicpre – che evidenziava l’aumento di queste richieste. Abbiamo cercato di capire se anche in Italia c’è una tendenza analoga e quali sono le caratteristiche di questi pazienti». Da questa prima indagine è emerso che i pazienti insoddisfatti da selfie sono per l’83% donne e per il 17% uomini; la fascia d’età maggiormente rappresentata (39% di richieste) è quella 18-25 anni, seguita (28%) da quella 26-35 e (28%) da quella 36-45. Le correzioni più desiderate sono innanzitutto le infiltrazioni di filler (58% di richieste), la rinoplastica (53%) e il trattamento con tossina botulinica (44%). Seguono l’intervento di aumento del seno (33%), di correzione delle palpebre (28%), la lipoaspirazione (17%) e per finire il minilifting (3%).

«Il colloquio con questi pazienti parte spesso dall’analisi di un autoscatto – dice ancora Malan – cioè da un elemento virtuale. Non il naso in carne e ossa, ma il naso come viene nella foto. Il problema però è che quel difetto non è esattamente come appare nel selfie che, come è noto, non riproduce la realtà in modo totalmente oggettivo. Il primo passo è pertanto quello di distinguere tra riproduzione della realtà e realtà stessa, scoprendo i reali motivi di disagio. Una volta di più è fondamentale intavolare col paziente un discorso all’insegna dei desideri ma soprattutto della realtà e di ciò che è realmente realizzabile». In base alle risposte dei soci Sicpre, il 78% dei pazienti che si rivolge al chirurgo plastico per un’insoddisfazione da selfie non ha un’immagine corporea equilibrata e obiettiva.

Un altro elemento nuovo del paziente da selfie è l’apparente assenza dei tradizionali modelli estetici esterni. «Per molti anni abbiamo incontrato pazienti che mostravano foto di attrici e modelle. Oggi si afferma la tendenza a partire da sé, per migliorarsi senza assomigliare a nessuno». Ed è una tendenza che l’84% dei rispondenti Sicpre ha giudicato in modo positivo, perché rivelatrice di un atteggiamento “più realistico”.