Nelle piccole città maggior ricorso alla medicina estetica

Medicina esteticaIl filler è il trattamento preferito dalle italiane e chi vive nei centri di medie dimensioni va con più costanza dal medico di medicina estetica: questi alcuni dei dati della ricerca condotta dalla Società di medicina a indirizzo estetico Agorà-Amiest, attraverso un questionario ai suoi associati, sul territorio nazionale. La ricerca, i cui risultati sono stati presentati in occasione del recente Congresso internazionale Agorà- Amiest, ha fotografato le abitudini dei pazienti italiani che si rivolgono ai medici esperti in medicina estetica. Secondo i dati raccolti, la maggior parte dei medici estetici vede uno stesso paziente da 3-5 volte nell’arco di un anno, con una maggior frequenza (43,0%) tra i medici che operano in città di medie dimensioni con 100mila abitanti, per esempio Udine, Cesena o Arezzo, rispetto alle grandi città con più di un milione di abitanti (Roma e Milano) dove la percentuale scende al 19,6%.

Il tipo di trattamento più richiesto in Italia sono i filler, seguiti da tossina botulinica e rivitalizzazione cutanea, i meno richiesti acido polilattico e microdermoabrasione. «In Italia i filler continuano a occupare la testa della classifica, rispetto agli Stati Uniti dove per il 14° anno consecutivo il botulino è stato preferito all’acido ialuronico tra i trattamenti di medicina estetica per ringiovanire la zona del volto» spiega Alberto Massirone, presidente Agorà-Amiest. «La tossina botulinica, pur registrando dati in crescita, si conferma anche quest’anno al secondo posto».

Nel dettaglio i trattamenti preferiti dalle donne: al primo posto la tossina botulinica con il 76% delle richieste nei pazienti tra i 35 e i 50 anni, che rappresentano la fascia più interessata alla medicina estetica; a seguire i filler a base di acido ialuronico (73%) e i trattamenti laser per capillari e varicosità e scleroterapia, rispettivamente 70 e 69%. Nella fascia di età compresa trai 19 e i 34 anni il trattamento più richiesto è l’epilazione laser (61%), seguita da rimozione dei tatuaggi (40%), dermoabrasione (37%) e peeling chimico (35%). Le donne under 18 si rivolgono la medico estetico prevalentemente per il trattamento della cellulite e del sovrappeso (35%), per la rimozione di tatuaggi con tecnologia laser (4%) laser-depilazione, luce pulsata, scleroterapia e microdermoabrasione, tutti al 2%. Per quanto riguarda gli uomini, la maggior parte dei pazienti ha un’età compresa tra 35 e 50 anni e si rivolge al medico estetico per lo più per il ringiovanimento cutaneo con una prevalenza di richieste di filler a base di acido ialuronico (71%), riduzione del grasso (62%) e trattamenti di luce pulsata (60%). Se si scende di età, nella fascia 19-34 anni si osserva invece una netta prevalenza di richieste di trattamenti di laser epilazione (55%) e rimozione di tatuaggi (48%). Sotto i 18 anni, le richieste sono esclusivamente di peeling chimico (5%), dermoabrasione (3%), scleroterapia e rimozione laser dei tatuaggi (2% entrambi).

Una novità di questi anni è che si rivolgono al medico estetico pazienti di tutte le etnie. Secondo l’indagine, a fronte di un 86% di pazienti di etnia caucasica, troviamo un 8% di asiatici e un 3% di negroidi. Meno numerosi i pazienti di etnia australoide (2%) e mongola (1%). «Questo pone la medicina estetica davanti a una sfida ‒ dichiara Massirone ‒ ogni etnia e ogni fototipo hanno le loro esigenze specifiche e richiedono un approccio differente: una pelle con fototipo alto è più esposta a iperpigmentazioni post infiammatorie, pertanto peeling, dermoabrasioni, laser e needling devono essere impiegati con maggiore attenzione e bassa invasività»