Situato al confine tra Israele, Territori palestinesi e Giordania, il Mar Morto è il punto più basso del continente e uno dei tre laghi più salati del mondo, con una salinità di circa il 300%.

Le condizioni ambientali estreme lo hanno trasformato in un’area proibita per piante e animali.

La posizione e le condizioni ambientali particolari forniscono all’acqua del Mar Morto una composizione e concentrazioni ioniche uniche, capaci di apportare molteplici effetti benefici alla cute.

I bagni terapeutici nel Mar Morto possono, infatti, migliorare significativamente la secchezza, la desquamazione, il prurito e gli stati infiammatori correlati. Risultano, pertanto, un valido aiuto in caso psoriasi, vitiligine, dermatite atopica e seborroica.

La climatoterapia del Mar Morto è diventata, quindi, un trattamento aggiuntivo riconosciuto per le problematiche cutanee, raccomandato dai dermatologi.

Rispetto ad altre acque naturali, come l’acqua di mare ordinaria e le sorgenti termali, l’acqua del Mar Morto è caratterizzata da un rapporto molto elevato di concentrazione di cationi bivalenti e monovalenti.

I principali cationi bivalenti sono magnesio, calcio e stronzio, mentre i monovalenti più abbondanti sono sodio e potassio. L’anione presente in quantità più elevata non è lo ione cloruro, bensì il bromuro. In aggiunta, è possibile riscontrare tracce di alcuni elementi metallici, quali zinco e manganese.

Lo studio

La presente review ha preso in esame due eventuali modalità d’azione dell’acqua del Mar Morto, la sua funzione biologica e le potenzialità nel trattamento della cute.

Sono state discusse le capacità idratanti, antinfiammatorie, antinquinamento e di riparazione della barriera cutanea. In particolare, l’effetto antinvecchiamento dato dall’acqua del Mar Morto può essere dovuto a tre differenti meccanismi: ringiovanimento dei cheratinociti, fotoprotezione ed incremento dell’energia cellulare.

Le sfide future

Sebbene l’acqua del Mar Morto abbia mostrato un ruolo biologico unico nel mantenimento della salute cutanea, le problematiche da affrontare sono ancora molte.

La questione centrale consiste nel trovare il giusto equilibrio tra sfruttamento delle risorse e tutela ambientale.

Un altro fattore rilevante è rappresentato dalla qualità dell’acqua. Oltre alle comuni variazioni determinate dalla stagionalità, la concentrazione degli ioni, il rapporto tra i diversi minerali e i metaboliti derivanti dai microrganismi potrebbero risentire dei cambiamenti ambientali. Il tutto condurrebbe ad effetti biologici imprevedibili, che potrebbero riflettersi anche in ambito cosmetico.

Le prospettive

L’utilizzo dell’acqua del Mar Morto in questo settore evoca pertanto grandi sfide, non solo perché una concentrazione troppo elevata nei prodotti potrebbe causare irritazioni, ma anche per la sua forza ionica relativamente elevata.

Queste peculiarità ostacolerebbero infatti la stabilità dei preparati, sabotando l’omogeneità termodinamica di un’eventuale emulsione e alterando le proprietà reologiche dell’intero sistema.

Per di più, l’acqua del Mar Morto potrebbe anche interagire negativamente con altri principi attivi impiegati nella formula, con conseguente precipitazione indesiderata o invalidazione dell’efficacia. Nonostante i numerosi progressi, svariate sono le questioni ancora da esplorare.

In primo luogo, è importante chiarire le modalità più idonee ad integrare in maniera sinergica l’acqua del Mar Morto e a stabilizzare il sistema anche in caso di aggiunta di quantitativi elevati.

In secondo, poiché l’acqua del Mar Morto è una miscela complessa di minerali e altri oligoelementi, è estremamente urgente determinarne l’esatta composizione.

Infine, è necessario approfondire l’interazione tra i diversi ioni e la relazione dose-funzione.

Dai D, Ma X, Yan X, Bao X. The Biological Role of Dead Sea Water in Skin Health: A Review. Cosmetics. 2023; 10(1):21. https://doi.org/10.3390/cosmetics10010021