La comprensione dei meccanismi alla base dell’alopecia areata ha portato allo sviluppo di diverse terapie mirate: una terapia specifica andrà a colmare bisogni clinici ancora insoddisfatti

L’alopecia areata è un disturbo cronico cutaneo, non cicatriziale, che colpisce tra lo 0,5 e il 2% della popolazione a livello globale. La metà dei pazienti affetti da alopecia areata presenta un esordio di malattia prima dei 30 anni.

Questo disturbo è caratterizzato da una perdita di capelli non cicatriziale associata all’infiltrazione di cellule T che circondano i bulbi dei follicoli piliferi. La presentazione clinica più comune consiste in una o più lesioni calve anulari o a chiazze che possono progredire fino alla perdita totale dei capelli del cuoio capelluto (alopecia totale, AT) o alla perdita totale dei capelli e di tutti i peli del corpo (alopecia universale, AU).

Alopecia areata e comorbidità

La malattia coinvolge fattori complessi che portano all’interruzione della crescita dei capelli, che rimangono bloccati nella fase anagen. L’alopecia areata è comunemente associata ad altre malattie dermatologiche e autoimmuni, in particolare alla dermatite atopica, alla vitiligine, al lupus eritematoso, alla psoriasi e a malattie autoimmuni della tiroide.

Sebbene l’alopecia areata non rappresenti una malattia che espone a rischi per la vita, le comorbidità psicologiche sono comuni e comportano un forte impatto negativo sulla qualità della vita e un elevato rischio di ansia e depressione. Clinicamente, la gravità della malattia viene valutata con il Severity of Alopecia Tool (SALT), una scala matematica utilizzata per determinare la perdita e la ricrescita dei capelli, che va dallo 0% (assenza di lesioni) al 100% (perdita completa dei capelli).

I fattori predisponenti

Nella malattia sono coinvolti molteplici meccanismi: predisposizione genetica, fattori ambientali scatenanti, alterazione della crescita dei capelli e risposte infiammatorie e immunitarie alterate.

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili sono limitate, ma stanno emergendo terapie innovative, in fase di sperimentazione clinica che hanno puntato alla comprensione dei meccanismi fisiopatologici immunitari.

Sono state sperimentate diverse strategie, con risultati discussi, anche se lo sviluppo di diversi inibitori topici e orali della Janus chinasi ha fornito interessanti risposte ad una malattia che presenta elevati bisogni insoddisfatti.

La revisione

Alcuni ricercatori di Bordeaux, Francia, hanno condotto una revisione pubblicata sugli Annales de Dermatologie et Venereologie che affronta i nuovi meccanismi immunitari della malattia e i promettenti approcci terapeutici già testati in studi clinici o in fase di sviluppo.

I ricercatori hanno evidenziato che una migliore comprensione dei meccanismi immunitari alla base dell’alopecia areata ha portato allo sviluppo di diverse terapie mirate, tra cui gli inibitori di Janus chinasi.

La prospettiva futura di una prima terapia approvata appositamente per l’alopecia areata apporterà notevoli miglioramenti nella gestione di questa malattia che presenta ancora elevati bisogni insoddisfatti.

J. Seneschal, K. Boniface, C. Jacquemin, Alopecia areata: Recent advances and emerging therapies, Ann Dermatol Venereol. 2022 Dec;149(4):222-227. doi: 10.1016/j.annder.2022.03.006. Epub 2022 Jun 23.