Tumori cutanei, novità nella diagnosi e nelle terapie

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Tumori cutanei, novità nella diagnosi e nelle terapie
Tumori cutanei, novità nella diagnosi e nelle terapie
Tumori cutanei, novità nella diagnosi e nelle terapie
Tumori cutanei, novità nella diagnosi e nelle terapie

Aumentano i casi di tumori cutanei, ma aumentano al contempo anche le conoscenze cliniche, gli strumenti di diagnosi precoce e le opzioni terapeutiche. Tutte “armi” potenzialmente in grado di arrestare la curva esponenziale di forme di melanoma e non-melanoma skin cancer, a cui devono affiancarsi azioni di prevenzione e tutela del benessere dermatologico, a partire dall’esposizione al sole. Se ne è parlato a Napoli, in occasione del 97° Congresso Nazionale SIDeMAST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse,) tenutosi dal 13 al 16 giugno 2023.

I numeri

Il bilancio dei tumori della pelle non è confortante. Le ultime stime presentate in sede congressuale riferiscono casi di melanoma e non-melanoma skin cancer in costante aumento in tutte le loro forme: dal carcinoma basocellulare al carcinoma spinocellulare, fino al più temuto melanoma.

Parlano i numeri: 150 persone su 100.000 ricevono ogni anno una diagnosi di carcinoma basocellulare, che si posiziona quindi per incidenza al primo posto e fino a 10 casi su 100.000 persone ogni anno cui si associa un tasso di mortalità di circa 5-6 casi su 100.000.

Gli approcci diagnostico-terapeutici sono sempre più promettenti e alcuni sono già impiegati nella maggior parte dei casi nella pratica clinica quotidiana. «Nuovi dettagli di patogenesi e presentazione clinica dei tumori cutanei hanno portato allo sviluppo di nuove terapie e tecniche di diagnosi precoce che, in sinergia, consentono una corretta gestione della patologia, tenuto conto che la prevenzione rimane l’arma principale contro l’insorgenza dei tumori della cute. Il dermatologo, in questi contesti, è figura determinante nel loro riconoscimento e prevenzione», ha sottolineato Massimiliano Scalvenzi, direttore della scuola di specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università di Napoli Federico II e socio SIDeMaST.

La diagnosi

La diagnosi dei tumori cutanei si affida oggi a diversi strumenti: dal dermatoscopio, routinariamente impiegato nella pratica clinica dermatologica, a tecniche di diagnosi non invasiva sempre più sofisticate e precise, come la microscopia confocale in vivo e la Line-field Confocal Optical Coherence Tomography.

Queste ultime permettono di differenziare la natura benigna o maligna di una lesione cutanea con un’accuratezza simile a quella di un esame istologico, senza il trauma dovuto alle tecniche chirurgiche.

A queste si affiancano la total body mapping e il total body tridimensionale, la cosiddetta Tac dei nei, che consentono di scandagliare in maniera accurata tutte le lesioni cutanee, in un’ottica di prevenzione, potendone monitorare nel tempo l’andamento e/o l’eventuale sviluppo.

Le terapie

Lo stato dell’arte è altrettanto promettente sul fronte del trattamento: l’armamentario terapeutico dei dermatologi, grazie ai progressi scientifici, si è arricchito di nuovi farmaci che permettono la gestione di carcinomi cutanei inoperabili e melanomi in stadi avanzati, superando in alcuni casi la chemioterapia tradizionale con eccellenti risultati in termini di efficacia e di profilo di sicurezza.

«L’immunoterapia e le cosiddette targeted therapies sono alcune delle soluzioni che permettono oggi una gestione ottimale di tumori cutanei avanzati, anche metastatici, garantendo ai pazienti una buona qualità di vita, a fronte anche di un’ottima prognosi – prosegue Scalvenzi –. La multidisciplinarietà terapeutica, con l’alleanza tra dermatologo, oncologo e chirurgo plastico, si è dimostrata spesso l’arma vincente e la strategia ottimale per poter seguire il paziente nel suo percorso diagnostico-terapeutico. La collaborazione del paziente è un ulteriore elemento determinante per il controllo di queste forme tumorali: l’esame clinico dermatologico annuale, con follow-up più ravvicinati in caso di bisogno, sono alla base della corretta prevenzione. Un percorso a cui tutti dovrebbero sottoporsi».

La fotoprotezione

Se il clinico può agire sulla predisposizione/componente genetica con azioni e strategie mirate, al paziente è richiesto di agire sulla riduzione del rischio di tumori cutanei mettendo in atto comportamenti, o correggendo abitudini del quotidiano, che possono favorire il benessere e la salute della cute.

Tra questi, fare attenzione alla fotoprotezione: l’esposizione solare incontrollata è, infatti, un fattore di rischio per tutti i tipi di tumori della pelle.

«Grazie alle molteplici ricerche in ambito dermatologico e cosmetologico sono stati sviluppati numerosissimi filtri solari, di cui sono oggi dotati i prodotti, con diverse caratteristiche a seconda delle esigenze della pelle e del paziente – precisa la dottoressa Alessia Villani, ricercatrice della Clinica dermatologica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e membro della SIDeMaST –. I filtri chimici e fisici rimangono quelli maggiormente utilizzati che oggi possono essere arricchiti da eventuali fattori protettivi, come nicotinammide, vitamine in grado di garantire vari livelli di fotoprotezione. Ciò ha ampliato l’offerta dei solari sia in tema di formulazioni che di metodi di somministrazione, dallo spray, alle creme, alla resistenza all’acqua, sia per la specificità di prodotti, per pelle foto danneggiata, acneica, rosaceiforme e così via. Anche in caso di fotoprotezione il ruolo del dermatologo è determinate per il corretto inquadramento del solare da utilizzare».