Un lavoro di revisione ha valutato benefici e danni dei trattamenti per l’alopecia areata, l’alopecia totale e l’alopecia universale nei bambini e negli adulti

Contro l’alopecia areata, malattia autoimmune che porta alla perdita di capelli non cicatriziale sul cuoio capelluto e/o sul corpo, esistono diversi trattamenti. Tra questi ci sono gli immunosoppressori, gli stimolanti della crescita dei capelli e l’immunoterapia di contatto.

La revisione

Obiettivo di un lavoro di revisione condotto da ricercatori di diversi Paesi e pubblicato sul Cochrane Database of Systematic Reviews ha valutato i benefici e i danni dei trattamenti per l’alopecia areata, l’alopecia totale e l’alopecia universale nei bambini e negli adulti.

La ricerca è stata condotta nei database Cochrane Skin, CENTRAL, MEDLINE, Embase, ClinicalTrials.gov e l’ICTRP dell’OMS fino a luglio 2022.

Sono stati inclusi studi clinici randomizzati, controllati che hanno valutato immunosoppressori classici, biologici, inibitori di piccole molecole, immunoterapia di contatto, stimolanti della crescita dei capelli e altre terapie in popolazioni pediatriche e adulte con alopecia areata.

La metodologia

Ai fini della valutazione sono state utilizzate le procedure standard previste dalla Cochrane, compresa la valutazione dei rischi di parzialità utilizzando il RoB2 e la certezza delle prove utilizzando il GRADE. Gli esiti primari erano la ricrescita dei capelli a breve termine maggiore o uguale al 75%, tra 12 e 26 settimane di follow-up, e l’incidenza di eventi avversi gravi.

Gli esiti secondari comprendevano la ricrescita dei capelli a lungo termine maggiore o uguale al 75% – oltre 26 settimane di follow-up – e la qualità della vita. Non è stato possibile eseguire una metanalisi di rete poiché pochi studi confrontavano gli stessi trattamenti. Sono stati altresì presentati confronti diretti e fatta una descrizione narrativa dei risultati.

I risultati

Sono stati inclusi 63 studi che hanno testato 47 diversi trattamenti su un totale di 4.817 partecipanti randomizzati. Tutti gli studi hanno utilizzato un disegno a gruppi paralleli, tranne uno che ha utilizzato un disegno cross-over. La dimensione media del campione era di 78 partecipanti.

Tutti gli studi hanno reclutato pazienti ambulatoriali da cliniche dermatologiche. I partecipanti avevano un’età estremamente eterogenea, compresa tra 2 e 74 anni. Gli studi hanno incluso pazienti con alopecia areata (n = 25), alopecia totale (n = 1), alopecia universale (n = 1), casi misti (n = 31) e tipi di alopecia non chiari (n = 5). Trentatré studi su 63 (52,3%) hanno riportato la percentuale di partecipanti che ha ottenuto una ricrescita dei capelli a breve termine pari o superiore al 75% (tra 12 e 26 settimane).

Quarantasette studi (74,6%) hanno riportato eventi avversi gravi e solo uno studio (1,5%) ha riportato dati relativi alla qualità della vita. Cinque studi (7,9%) hanno riportato la percentuale di partecipanti con ricrescita dei capelli a lungo termine pari o superiore al 75% (in un periodo superiore a 26 settimane).

Gli interventi

Tra la varietà di interventi reperiti, sono stati considerati prioritari alcune tipologie di interventi per la loro rilevanza nella pratica clinica: terapie sistemiche (immunosoppressori classici, biologici e inibitori di piccole molecole) e terapie locali (corticosteroidi intra-lesionali, inibitori topici di piccole molecole, immunoterapia di contatto, stimolatori della crescita dei capelli e crioterapia).

Considerando solo gli interventi prioritari, 14 studi frutto di 12 confronti hanno riportato una ricrescita dei capelli a breve termine maggiore o uguale al 75% e 22 studi con 10 confronti hanno riportato eventi avversi gravi (18 hanno riportato 0 eventi avversi e 4 almeno uno). Uno studio (1 confronto) ha riportato informazioni relative alla qualità della vita e due studi (1 confronto) hanno riportato una ricrescita dei capelli a lungo termine pari o superiore al 75%.

Per l’esito principale della ricrescita dei capelli a breve termine pari o superiore al 75%, l’evidenza è molto incerta relativamente all’effetto del prednisone orale o della ciclosporina rispetto al placebo, del betametasone intra-lesionale o del triamcinolone rispetto al placebo, del ruxolitinib orale rispetto a tofacitinib orale, del difenciprone o acido squarico rispetto a placebo, del difenciprone associato a minoxidil topico versus difenciprone, del minoxidil topico 1% e 2% versus placebo e della crioterapia rispetto a laser CO2 frazionato.

Le evidenze suggeriscono che il betametasone orale può aumentare la ricrescita dei capelli a breve termine in modo uguale o maggiore al 75% rispetto al prednisone o all’azatioprina.

Potrebbe esserci poca o nessuna differenza tra dupilumab sottocutaneo e placebo nella ricrescita dei capelli a breve termine maggiore o uguale al 75%, così come tra ruxolitinib topico e placebo. Tuttavia, baricitinib determina un aumento della ricrescita dei capelli a breve termine maggiore o uguale al 75% rispetto al placebo.

Per quanto riguarda l’incidenza di eventi avversi gravi, l’evidenza è molto incerta sull’effetto di ruxolitinib topico rispetto al placebo. Baricitinib e apremilast possono determinare una differenza minima o nulla nell’incidenza di eventi avversi gravi rispetto al placebo. Lo stesso risultato è stato osservato per dupilumab sottocutaneo rispetto al placebo.

Per quanto riguarda la qualità di vita, l’evidenza è risultata molto incerta rispetto all’effetto della ciclosporina orale rispetto al placebo. Baricitinib determina un aumento della ricrescita dei capelli a lungo termine maggiore o uguale al 75% rispetto al placebo.

Per quanto riguarda il rischio di bias, gli aspetti più rilevanti sono stati la mancanza di dettagli sulla randomizzazione, gli sforzi limitati per mantenere pazienti e valutatori all’oscuro dell’intervento assegnato e le perdite al follow-up.

Le conclusioni

È stato riscontrato che il trattamento con baricitinib determina un aumento della ricrescita dei capelli a breve e lungo termine rispetto al placebo. Anche se si è giunti a risultati non conclusivi per quanto riguarda il rischio di effetti avversi gravi con baricitinib, la piccola incidenza riportata di eventi avversi gravi nel braccio baricitinib dovrebbe essere bilanciata con i benefici attesi, hanno sottolineato i ricercatori.

È stato, inoltre, rilevato che l’impatto di altri trattamenti sulla ricrescita dei capelli è molto incerto e che le evidenze sulla qualità di vita sono ancora scarse.

M. Mateos-Haro, M. Novoa-Candia, G. Sánchez Vanegas et al., Treatments for alopecia areata: a network meta-analysis, Cochrane Database Syst Rev. 2023 Oct 23;10(10):CD013719. doi: 10.1002/14651858.CD013719.pub2