“Quant’è bella giovinezza…”

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“Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia…”: così cantava nel 1.400 Lorenzo il Magnifico, traducendo in un solo verso aspirazioni e angosce senza tempo. Dal mito di Titone, “condannato” per una dimenticanza dell’amata Aurora a una vita eterna senza mantenimento della giovinezza, alla maledizione di Dorian Gray al recente film “Adaline”: un grande sogno dell’uomo è sempre stata la conservazione della gioventù, anche se le conseguenze della sua realizzazione potrebbero rivelarsi drammatiche. L’avversione all’invecchiamento si è spinta nell’antichità fino ad affermazioni durissime, quali “Giovane muore chi agli Dei è caro” o “Senectus ipsa morbum”.

Oggi però il sogno dell’eterna giovinezza parrebbe essere divenuto non più utopico ma in qualche misura realizzabile, senza il ricorso a patti diabolici; il raggiungimento di questo obiettivo sembrerebbe oggigiorno addirittura indispensabile, se pensiamo al problema dell’allungamento della vita, ben scarsamente accompagnato però dal mantenimento della salute e ancor meno dell’immagine della gioventù.

L’estetica medica si incardina in gran parte sul tentativo di mantenimento o recupero della gioventù. In questo ambito possiamo identificare 3 linee d’azione. La correzione dei tratti anatomici tipici della vecchiaia, ottenibile con procedure variamente invasive, pur conseguendo risultati morfologici talvolta straordinari, può essere considerata però alla stregua di un camuffamento e come tale a rischio di innaturalezza e, talora, addirittura di difficile accettazione da parte del paziente-utente. Benché tale approccio richieda una competenza tecnica impeccabile, è tuttavia il più facile da realizzare. Ben più sofisticate sul piano concettuale sono invece le procedure finalizzate al potenziamento delle capacità rigenerative: che si tratti di somministrare prodotti stimolanti o di applicare energie fisiche, l’attivazione dei processi rigenerativi intrinseci consente certamente il conseguimento di risultati duraturi e assolutamente naturali ed è su questa strada che si è ormai orientata la ricerca più avanzata. Il medico esperto dovrà però su questa linea integrare costantemente la conoscenza delle innovazioni scientifiche più avanzate con l’approfondimento delle potenzialità del proprio paziente, nella consapevolezza delle possibilità e dei limiti di questo approccio. La terza linea, non correlata a procedure specialistiche ma la più difficile da realizzare, è l’educazione alla prevenzione, che solo il medico pienamente esperto della propria arte riuscirà a realizzare, conducendo per mano il paziente alla precoce consapevole osservanza di uno stile di vita sano.

La medicina estetica agisce sul nucleo profondo della questione. Il suo ruolo nella prevenzione del decadimento fisico, enunciato chiaramente fin dal manifesto firmato da Carlo Alberto Bartoletti nel 1977, si va oggigiorno sempre più arricchendo dei progressi della medicina rigenerativa. La medicina estetica più autentica è chiamata a dare più vita agli anni: ciò implica senza ombra di dubbio la necessità di una preparazione profonda del vero medico estetico, non settorializzata su singole procedure ma a tutto tondo. Proprio a questo aspetto pensavamo quando a Pavia decidemmo di arricchire la denominazione del nostro master universitario che da “Master in Medicina Estetica” divenne “Master in Medicina Estetica e del Benessere”.

Forse proprio grazie alla medicina estetica si potrà giungere a tracciare la conclusione del grafico della vita non con il braccio discendente di una parabola ma con la delicata evanescenza di una retta mantenuta costantemente al medesimo alto livello.