Melanoma: una combinazione efficace a lungo termine

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Scientist hand using a pipette in a research lab

La combinazione di nivolumab e ipilimumab, due farmaci immuno-oncologici, nella terapia del melanoma ha dimostrato una riduzione del 58% del rischio di progressione della malattia rispetto a ipilimumab in monoterapia, mentre nivolumab in monoterapia ha dimostrato una riduzione del rischio di progressione del 45% rispetto a ipilimumab in monoterapia. Sono alcuni risultati dello studio di fase III Checkmate -067, che ha coinvolto 945 pazienti.

Inoltre, l’associazione dei due immunoterapici raggiunge fino al 58% di risposta obiettiva, parametro collegato alla sopravvivenza a lungo termine, rispetto al 44% della monoterapia con nivolumab e al 19% del trattamento con solo ipilimumab. Significativa anche la riduzione del volume tumorale, pari al 51,9%, rispetto sia alla monoterapia con nivolumab (34,5%) sia a quella con ipilimumab (5,9%). Insieme ai risultati di Checkmate -067, appena presentati al 52° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), sono stati resi noti anche quelli dello studio di fase III CheckMate -069, che riguardava un sottogruppo di pazienti costretti a interrompere la terapia a causa degli eventi avversi, da cui sono emerse evidenze coerenti con quanto osservato nella popolazione generale.

In Italia l’incidenza del melanoma cresce in ragione del 3% l’anno, con 11.300 nuovi casi diagnosticati nel 2015.