Paese che vai, Intimate Beautification che cambia. A sentire la dottoressa Senera Hoxha, chirurga plastica albanese, ci sono differenze sulla bellezza genitale ideale da Ovest a Est.

Sono stati gli uomini i primi a curare l’aspetto estetico nelle parti intime. Per le donne, invece, il fenomeno è iniziato dopo il 1950, quando è stata effettuata la prima vaginoplastica.

Non esiste la vagina perfetta, ma la medicina e la chirurgia estetica mettono a disposizione diversi trattamenti per queste zone come, ad esempio, con il laser C02 o il TCA peeling.

La vaginoplastica nel mondo

E cancelliamo il pensiero che le pazienti che richiedono interventi alle parti intime siano solo adulte. Anche ragazze giovani, che non hanno iniziato la loro attività sessuale, chiedono di essere trattate, ma ognuna di loro ha esigenze diverse, a seconda del luogo di provenienza.

Al congresso internazionale di medicina estetica di Agorà tenutosi a Milano, la dottoressa Hoxha ha raccontato che c’è chi vuole avere le grandi labbra più piene, mentre, ad esempio, in Albania, preferiscono vagine e labbra più piccole.

Ci sono poi testimonianze di come a Dubai le donne preferiscano un riempimento delle grandi labbra, pur senza evidenziare problemi. Anche per questa zona del corpo, dunque, esistono dei trend, condizionati dalle mode del paese nel quale la paziente vive.

In Italia? Le pazienti richiedono il riempimento delle grandi labbra con grasso, ma senza eccesso. In Turchia, invece, vengono ridotte le grandi labbra maggiori, perché la tendenza è quella di avere vagine piccole e più delicate.

Interventi genitali per gli uomini

Anche gli uomini richiedono interventi di Intimate Beautification, per aumentare le dimensioni del pene con il filler o con il grasso. E ci sono anche uomini che si fanno innestare delle palline sul pene per dare più piacere alle donne.

Dall’Est, invece, è arrivata la moda del Camel Toe, che consiste nell’evidenziare le proprie parti intime con pantaloni attillati, attraverso una biancheria intima modellata ad hoc.

In conclusione, mentre per le donne la dimensione della vagina dipende da dove si vive, per i maschi, da Ovest ad Est, la bellezza è intesa sempre allo stesso modo: allargando il pene.

Il G-filler

In ogni caso, si è sempre alla ricerca della novità in questo campo. Ed è la dottoressa Elena Fasola, medico estetico specializzata in microchirurgia, chirurgia sperimentale e medicina estetica, a presentare, al congresso milanese il G-filler con un messaggio chiaro: la quantità fa la differenza. Del resto, la vulva non ha un substrato osseo su cui appoggiare il prodotto.

La letteratura sul filler a base di acido ialuronico cross linkato in area genitale rimane povera. Le indicazioni, per questa tipo di iper-specialità, devono essere a metà tra quelle mediche effettive e l’aspettativa del paziente, perché partendo da un’idea poco chiara dell’anatomia, dalla scarsa conoscenza del prodotto che si utilizza e della tecnica da utilizzare, si possono manifestare controindicazioni.

Al di là degli effetti secondari, come gonfiore e temporanei accumuli di prodotto, che devono essere di semplice gestione, bisogna scongiurare quelli non voluti e pericolosi.

Ad esempio, se viene inoculato troppo prodotto o in strati non adeguati di tessuto, si potrebbe incorrere nella formazione di granulomi. Di recente, sul mercato, è stato lanciato il filler genitale, costituito da acido ialuronico nativo, con aggiunta di agente cross-linkante. Questo prodotto viene impiegato in un processo che produce un gel molto elastico che ben si adatta alle caratteristiche dell’area nella quale viene destinato, per migliorare la forma e le dimensioni del grande labbro. Con la caratteristica di essere duraturo nei tessuti, riassorbibile e biocompatibile.

Un prodotto poco rigido, con un coefficiente di coesione tra le particelle adeguato affinché non lo renda palpabile, mantenendolo stabile quando è sottoposto alle azioni di taglio verticale e orizzontale. Le tecniche si adattano all’anatomia delle pazienti: non esistono processi standardizzati.