Le Linee Guida OCSE per l’uso di test animal-free in ambito cosmetologico includono al momento solo test singoli, mentre è ancora in discussione se inserire o meno delle combinazioni di metodi, come vorrebbe il così detto “defined approaches” (DA), per la valutazione della sensibilizzazione cutanea.
Un’ aggiunta che sarebbe auspicabile, dal momento che sembra che un test unico difficilmente dia risultati certi come un test animale.
Un recente studio pubblicato online sulla rivista Regulatory Toxicology and Pharmacology ha evidenziato questa mancanza, evidenziando quattro aspetti che dovrebbero essere alla base delle discussioni in atto, perché permetterebbero di implementare le DA in modo appropriato.
In primo luogo, i dati di riferimento dovrebbero essere selezionati per consentire delle valutazioni significative, cercando di evitare per esempio le limitazioni intrinseche del metodo LLNA. Poi, i modelli DA da inserire nelle linee guida OCSE dovrebbero essere basati su test già validati.
Inoltre, secondo gli autori un metodo DA inserito in queste linee guida dovrebbe basarsi sull’Adverse Outcome Pathway e dovrebbe essere in grado di soddisfare le necessità regolatorie e della pratica tossicologica. Al momento, evidenziano gli autori, questi capisaldi non sono tenuti in considerazione nelle discussioni in atto. Ognuno dei quattro prerequisiti viene approfonditamente esplicato all’interno del documento.
Kolle SN, Landsiedel R, Natsch A. Replacing the refinement for skin sensitization testing: Considerations to the implementation of adverse outcome pathway (AOP)-based defined approaches (DA) in OECD guidelines [published online ahead of print, 2020 Jun 17].
Regul Toxicol Pharmacol. 2020;115:104713. doi:10.1016/j.yrtph.2020.104713