Rispetto ai filler permanenti come olio di silicone, poliacrilamide, metacrilati. I trattamenti basati su acido ialuronico (HA) danno parecchie garanzie in più, a patto che li si esegua in maniera corretta.

Pro e contro dei trattamenti di medicina estetica basati su acido ialuronico ci sono stati illustrati da Giovanna Zaccaria, chirurgo plastico presso l’unità di Chirurgia plastica dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio del gruppo San Donato di Milano e presso il Palazzo della Salute-Wellness Clinic.

L’importanza della tecnica

«L’acido ialuronico utilizzato come filler possiede caratteristiche simili a quello già presente nei tessuti umani, è biocompatibile con il nostro organismo e biodegradabile. Ha il suo antidoto nell’enzima ialuronidasi che è in grado, se iniettato opportunamente, di scioglierne i depositi in caso di complicanze». Benché si tratti di una soluzione tendenzialmente più sicura rispetto a quelle rappresentate dai filler permanenti, anche l’acido ialuronico può essere all’origine di complicanze la cui casistica è, nell’esperienza del chirurgo plastico, in continua crescita. «Seguo per questi motivi – ha sottolineato la dottoressa Zaccaria – in media dai 3-5 pazienti al mese e all’origine delle reazioni avverse ci sono sempre fattori simili, quali mancata disinfezione e preparazione della cute prima del trattamento, non adeguata formazione del professionista, utilizzo di un prodotto iniettabile di scarsa qualità, o condizioni di salute della paziente non idonee al trattamento».

L’acido ialuronico è per esempio controindicato quando la paziente soffre di patologie autoimmuni, informazione che si apprende da un’accurata anamnesi. Quest’ultima consente di valutare i potenziali rischi di infezione legati alle comorbidità del paziente e di prevenirli con una profilassi antibiotica.

Ne è sconsigliata l’iniezione quando siano in corso sindromi influenzali o in prossimità di interventi odontoiatrici e/o chirurgici, o quando in generale si ha un calo delle difese immunitarie, tutti fattori che accrescono il rischio infettivo.

Occorre che il trattamento sia condotto solo su persone che abbiano uno stato di salute ottimale ed è consigliabile eseguirlo nei periodi più freddi dell’anno, quando minori sono il pericolo infettivo e l’esposizione al sole.

«Il messaggio da trasmettere a professionisti e pazienti – ha sottolineato Zaccaria – è che non si tratta di banali punture: pur essendo trattamenti semplici nell’esecuzione e rapidi, possono causare complicanze che possono portare a complicanze alle volte molto gravi. Infatti possono verificarsi reazioni avverse acute ma anche croniche quali gonfiori, edemi ed eritemi persistenti; noduli e indurimenti fino ad arrivare alla formazione di autentici ascessi che possono residuare in vere deturpazioni del volto».

Bellezza sì, ma senza eccessi

Oggi sul mercato sono presenti molteplici e diverse tipologie di filler a base di acido ialuronico. Alla competenza del medico spetta la scelta del miglior prodotto da utilizzare, tenendo conto delle sue proprietà reologiche, del sito anatomico di iniezione e delle caratteristiche del singolo paziente.

Se si agisce sul labbro meglio optare per un prodotto più morbido e leggero, meno cross-linkato; sugli zigomi per ottenere un maggiore volume, un prodotto più consistente e più cross-linkato. È infine consigliabile che i trattamenti vengano eseguiti poco alla volta e per fasi successive e Zaccaria ha concluso ricordando che «il ritocco medico estetico deve avere come obiettivo risultati quanto più naturali possibile, ripristinando volumi e appianando le rughe, così da donare un aspetto più luminoso, riposato e più giovanile»: senza incorrere però in pericolosi eccessi.