Una review ha identificato deficit ed eccessi nutrizionali associati alle principali complicanze di chirurgia estetica, ricostruttiva e a procedure estetiche mini-invasive

Le pratiche di medicina e chirurgia estetica hanno attirato una crescente attenzione a livello globale. Le possibili complicanze post trattamento variano da lievi ecchimosi o edemi che si risolvono da soli a problematiche più persistenti.

L’obiettivo della review condotta da alcuni ricercatori italiani e pubblicata su Nutrients è stato di identificare i deficit o gli eccessi nutrizionali associati alle principali complicanze della chirurgia ricostruttiva, della chirurgia estetica e delle procedure estetiche mini-invasive.

Un ulteriore obiettivo è stato fornire delle indicazioni ai professionisti che lavorano nel settore al fine di ridurre i rischi delle procedure estetiche e migliorare i risultati clinici dei pazienti. In letteratura è stato difatti evidenziato che tutte le forme di malnutrizione rappresentano fattori di rischio per quanto concerne le complicanze chirurgiche, tra cui la riduzione della guarigione delle ferite, l’aumentato rischio infettivo, il prolungamento della degenza, la mortalità e i costi.

La review

I ricercatori hanno avviato una revisione narrativa partendo dalla consapevolezza che i soggetti che si sottopongono a interventi di chirurgia plastica e trattamenti di medicina estetica vanno da pazienti generalmente sani dal punto di vista nutrizionale a pazienti che presentano carenze e questo elemento influenza gli outcome in modo importante.

Sono stati esaminati oltre 500 articoli dal 1982. Le complicanze legate ai trattamenti variavano da ecchimosi o edema lievi in grado di risolversi autonomamente a complicanze più persistenti. La granulomatosi è stata riscontrata nello 0,1-1% dei pazienti sottoposti a procedure iniettive di filler e si è manifestata da 6 a 24 mesi dopo l’iniezione. Circa il 10%-20% dei pazienti ha presentato una complicanza locale in seguito ad intervento di addominoplastica. In una serie di oltre 1.200 casi, il tasso di sieroma riportato è stato del 15-31,2%. L’infezione dopo l’intervento di protesi mammaria si è verificata nell’1,1%-2,5% delle procedure eseguite per l’aumento del seno e fino al 35% delle procedure eseguite per la ricostruzione del seno.

Le infezioni sono state la seconda complicanza più comune a seguito di addominoplastica, con un’incidenza stimata tra l’1% e il 3,8%; l’incidenza riportata di cheloidi e cicatrici ipertrofiche variava tra l’1% e il 3,7%.

Gli schemi nutrizionali da prediligere

La dieta mediterranea e la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) sono risultati schemi dietetici caratterizzati da un’elevata qualità nutrizionale. Oltre al loro effetto antinfiammatorio e ad un’elevata quantità di antiossidanti, migliorano anche la nutrizione complessiva.

L’assunzione di alimenti tipici di questi due regimi alimentari, hanno evidenziato i ricercatori, è correlata a un migliore profilo nutrizionale, con un minor numero di individui che mostrano un’assunzione inadeguata di micronutrienti.

Questi modelli alimentari potrebbero, quindi, essere utilizzati per prevenire le carenze di micronutrienti nei gruppi di popolazione più vulnerabili. Studi precedenti suggeriscono un’associazione teoricamente interessante tra un’alta aderenza alla dieta mediterranea o alla dieta DASH e un basso rischio di complicanze estetiche; mancano tuttavia, ad oggi, degli studi in argomento.

Ridurre il rischio di complicanze

I ricercatori hanno messo a punto un questionario di screening rivolto a pazienti che intendono sottoporsi a procedure medico-estetiche o chirurgiche sulla base di un approccio bundle, un metodo strutturato volto a migliorare i processi di cura e i risultati dei pazienti, creando consapevolezza e aiutando a prevenire le complicanze.

Le domande incluse sono state convalidate in diversi studi e aiutano a trarre conclusioni sullo stato nutrizionale e sul rischio di complicanze. L’obiettivo primario, ha sottolineato il team di ricerca, è identificare le caratteristiche dei pazienti a rischio nutrizionale. Le domande indagano, in modo semplice e veloce i modelli alimentari, la perdita di peso e alcuni parametri di laboratorio che suggeriscono la presenza di una carenza nutrizionale e, quindi, un aumento del rischio di complicanze derivanti dalle procedure eseguite.

Viene, inoltre, proposto un diagramma di flusso che può essere utilizzato come guida attraverso tutte le fasi necessarie alla selezione dei pazienti. Sulla base della letteratura presente su questo tema, il diagramma di flusso dovrebbe fornire un supporto decisionale agli specialisti per stabilire se attuare o rinviare, ovvero annullare procedure di chirurgia estetica o ricostruttiva.

Carenza di prove gold standard

In realtà, hanno messo in luce ancora i ricercatori, vi è una scarsità di prove gold standard che dimostrino che il supporto nutrizionale possa ridurre gli esiti negativi in questo ambito. In alcuni studi non viene effettuata una valutazione nutrizionale e viene fornito un supporto nutrizionale insufficiente o per brevi periodi.

Tuttavia, vi è una buona evidenza che la denutrizione e l’obesità, soprattutto nei pazienti chirurgici, sono associate a un aumento del rischio di esiti sfavorevoli a seguito di procedure estetiche. Per quanto il questionario si basi su evidenze precedenti, deve ancora essere convalidato in uno studio randomizzato controllato.

Conclusioni

I ricercatori hanno sottolineato che la sola identificazione dei soggetti affetti da obesità o malnutrizione non è sufficiente, anche se potrebbe contribuire a ridurre le complicanze successive a operazioni di chirurgia plastica o trattamenti di medicina estetica. I pazienti con obesità o sarcopenia hanno esiti chirurgici peggiori e pagano un costo maggiore rispetto ai pazienti che presentano uno stato nutrizionale normale.

I medici estetici e i chirurghi del settore dovrebbero rivolgersi a un nutrizionista per assicurarsi che il paziente abbia un apporto dietetico adeguato e per diagnosticare obesità o malnutrizione prima di qualsiasi intervento.

Gli autori dello studio hanno, infine, suggerito l’uso di un approccio preoperatorio per prevenire le complicanze e che i pazienti con fattori di rischio eliminabili siano iscritti a un programma di formazione, che contribuirà a migliorare i risultati, a ridurre i costi e a diminuire la durata della degenza.

T. Vitagliano, P. Garieri, L. Lascala et al., Preparing Patients for Cosmetic Surgery and Aesthetic Procedures: Ensuring an Optimal Nutritional Status for Successful Results, Nutrients. 2023 Jan 10;15(2):352. Doi: 10.3390/nu15020352.