Il Congresso di AgoràSocietà italiana di medicina estetica, al MiCo di Milano fino al 7 ottobre, si riconferma come un’occasione importante di confronto e aggiornamento scientifico, nonché un momento per scoprire le nuove tendenze della medicina estetica.

Dai dati dell’Osservatorio Nazionale della Medicina Estetica, il settore appare in continuo e veloce movimento: in aumento le richieste di medicina estetica sempre meno invasiva e più conservativa, attraverso approcci armoniosi, vicino ai pazienti e alle loro caratteristiche, praticati da professionisti aggiornati e informati.

Dai risultati della ricerca, anche per questa edizione, la popolazione femminile richiede sempre più filler, specialmente per la zona labiale e periorale e per l’area naso geniena, seguiti dalla tossina botulinica, con l’obiettivo di distendere le rughe di espressione, ma anche per trattare problemi di iperidrosi ascellare, palmare, plantare e la problematica del gummy smile.

Anche i trattamenti corpo mantengono la loro fama: la intradermoterapia, ad esempio, così come la carbossiterapia, l’epilazione laser, la rimozione dei tatuaggi e la cavitazione sono sempre più domandate anche dalla popolazione maschile.

Sono sempre più numerose le richieste di emulazione a modelli social dagli under 18: l’etica della medicina estetica deve partire dalla formazione del medico che Agorà garantisce a 360°.

«Di certo, andiamo verso la medicina del terzo millennio e i pazienti vanno ascoltati e trattati per soddisfare le loro richieste», ha dichiarato la dottoressa Monica Renga, oncologa. La medicina estetica è una disciplina che contribuisce al benessere delle persone e ormai è trasversalmente richiesta da pazienti di tutte le età. Si evidenzia una continua ricerca quasi maniacale di un tipo di bellezza che richiede correzioni eccessive e non naturali. Per questo vogliamo costruire canoni di bellezza armoniosa combattendo questi fenomeni.

Noi medici estetici abbiamo una grande responsabilità nel proporre la bellezza attraverso i nostri trattamenti che devono essere  differenziati a seconda delle tipologia di età, di genere e di fluidità di genere». Secondo il dottore Erminio Mastroluca, chirurgo plastico, «la bellezza, negli ultimi anni, non è stata inclusiva. In un’epoca di fluidità di genere sarebbe opportuno parlare di unicizzazione del volto».

Durante il Congresso ci sarà spazio anche ai trattamenti del collo, area rivelatrice dell’età delle persone, così come a quelli del mento, zona finora rimasta secondaria nei trattamenti medico estetici.

Come spiega Maurizio Cavallini, chirurgo estetico, «il grande aumento degli interventi di medicina estetica ha comportato anche un aumento statisticamente delle complicanze. Agorà vuole dare grande spazio alla formazione per consentire che i pazienti accedano ai trattamenti con medici preparati, aggiornati, competenti e che sappiamo gestire le eventuali e possibili complicanze. La medicina estetica è anche restitutiva per aiutare coloro che hanno bisogno di trovare una certa serenità».

Marco Papagni, chirurgo estetico, ha incentrato il suo intervento evidenziando l’importanza del rapporto tra benessere fisico e psicologico-emotivo: «Non dimentichiamo il concetto che approcciare un paziente sano è diverso che trattare un malato che già si sta sottoponendo a cure farmacologiche o di altro tipo. Per questo è nato il progetto Help, una survey che stiamo proponendo ai reparti ospedalieri per raccogliere dati sulle esigenze di questi tipi di pazienti, per quantificare il grado di disagio».

La ricerca scientifica è fondamentale e Agorà riconferma la sua vicinanza a Fondazione Veronesi.