Già a partire dai trent’anni la pelle dell’area perioculare che circonda gli occhi inizia a mostrare i segni dell’invecchiamento con borse, occhiaie e rughe che minacciano la bellezza naturale di questa parte del viso, una regione molto complessa e sensibile per le caratteristiche anatomo-fisiologiche, con ben venti muscoli che assicurano le contrazioni di oltre diecimila movimenti giornalieri.
24° Congresso Sies
L’argomento è stato approfondito da un nutrito gruppo di esperti che si sono ritrovati al 24° Congresso Internazionale di Medicina e Chirurgia Estetica SIES-VALET (Bologna 23-25 febbraio) per una sessione di lavoro dal titolo Peeling e biostimolazione dell’area perioculare.
Nella relazione Dal risveglio cutaneo al trattamento della zona perioculare; versatilità di un peeling multi-level a diversi pesi molecolari in trattamenti combinati la dottoressa Elena Torre, medico estetico Responsabile del Centro di Medicina estetica Casa di Cura Privata di Piacenza ha descritto le caratteristiche e l’utilizzo di un peeling di nuova generazione caratterizzato da un mix di dodici attivi sinergici tra cui acido glicolico e acido mandelico.
Costituito da un gel, dunque particolarmente sicuro per l’operatore e il paziente, questo peeling permette di aumentare e potenziare i risultati dei singoli trattamenti andando a lenire l’area blu delle occhiaie e la micro rugosità dell’area.
Area perioculare: i possibili trattamenti
La dottoressa Maria Gabriella Di Russo, medico estetico specializzato in Idrologia, Climatologia e Talassoterapia, Membro del Comitato Scientifico di Agorà e docente di Medicina estetica all’Università di Pavia ha descritto le caratteristiche del prodotto iniettivo che utilizza con tecnica a micro ponfi e un sistema a tre aghi evidenziando che l’alto peso molecolare dell’acido ialuronico permette di mantenere il volume nel punto in cui è inoculato.
L’acido succinico, invece, contrasta i radicali liberi, ha azione antiossidante, stimola la respirazione tissutale, aumenta la sintesi delle proteine, mantiene elastica la pelle e ha un’attività liporiducente che trasforma la melanina scura ossidata in una chiara.
Presentando la relazione I vantaggi della CHAC Technology in un booster cellulare innovativo nella cura del distretto perioculare, il dottor Davide De Rossi, chirurgo estetico a Padova, ha rilevato come un biostimolante debba creare le condizioni favorevoli al rafforzamento dell’attività metabolica e fisiologica affinché le cellule possano riacquistare le loro normali capacità.
De Rossi descritto il funzionamento della tecnologia presente in una gamma di prodotti in cui la molecola di acido ialuronico è sottoposta contemporaneamente a deformazioni che permettono l’inclusione degli attivi e una creazione di legami da cui nasce una nuova molecola in grado di produrre una biostimolazione più prolungata. Si tratta di un fenomeno molto noto di chimica supramolecolare, la cui importanza è stata riconosciuta con il conferimento del premio Nobel per la Chimica nel 1987 a Jean-Marie Lehn, che per primo la definì.
La dottoressa Noura Lebbar, chirurgo estetico, nella relazione “Filler del solco lacrimale: la mia esperienza” ha mostrato casi clinici in cui, dopo aver preparato la pelle, ha utilizzato sia cannula che ago, inserendo nella pratica anche plasma ricco di piastrine. Tra gli errori da evitare ha raccomandato, soprattutto nei giovani, un’attenzione particolare alla qualità del prodotto con l’utilizzo della minor quantità possibile, e di evitare filler ad alto g-prime perché richiamano acqua.
«La regione perioculare è una regione molto complessa perché ha dei punti di rischio che noi medici dobbiamo tutti conoscere e anche una cute estremamente delicata e sensibile – ha sottolineato la dottoressa Emanuela Di Lella, dermatologa -. Sia l’approccio con i peeling sia quello con i prodotti termo cosmetici e sostanze iniettive deve essere un approccio soft per lavorare in sicurezza. Al di là dell’effetto estetico, il medico deve procedere con responsabilità per dare un risultato che effettivamente è eclatante perché in alcuni casi senza la chirurgia riesce a dare un effetto di scomparsa dell’occhiaia o della borsa. Fino a quindici anni fa questo era impossibile. La medicina estetica è in fermento proprio perché alcune tecniche hanno sostituito quelle chirurgiche o le hanno ritardate. Oggi il paziente che ha una problematica oculare si rivolge prima al dermatologo o medico estetico e poi eventualmente, quando l’invecchiamento avanza, al chirurgo o all’oculista plastico».