In dermatologia questi mesi sono ricchi di molte novità soprattutto dal punto di vista delle terapie disponibili nell’armamentario dermatologico per affrontare le patologie infiammatorie croniche con le quali spesso combattiamo inutilmente. Sono i farmaci sistemici a farla da padroni. Stiamo assistendo a una progressiva scomparsa dei trattamenti topici in dermatologia (con questo intendo i farmaci veri e propri, non i dermocosmetici o i medical device). Infatti, da questo punto di vista rimangono solo i cortisonici topici e pochi altri. Spesso nelle condizioni croniche i topici non sono in grado di dare una risposta soddisfacente ma soprattutto, il paziente non li vuole più usare sia per scarsa compliance sia per praticità. È più semplice assumere una pillolina al mattino che perdere tempo in poco pratiche medicazioni magari più volte al giorno.
Al di là dei “soliti” nuovi biologici per il trattamento della psoriasi dei quali abbiamo spesso già parlato in passato, stanno comparendo nuove molecole (o meglio nuove indicazioni per molecole relativamente nuove come il tofacitinib) che includono patologie dermatologiche molto refrattarie al trattamento (o comunque molto difficili da trattare) come l’alopecia areata e la vitiligine. Nell’alopecia areata di grado severo il trattamento con tofacitinib orale ha dato miglioramento delle lesioni o risoluzione totale nel 77% dei casi dopo pochi mesi. Allo stesso modo, anche nella vitiligine ci sono i primi risultati incoraggianti dopo l’utilizzo orale di questo farmaco. Si presuppone che nel giro di 3 anni ci possa essere l’autorizzazione della FDA per l’utilizzo con queste indicazioni. Anche per la dermatite atopica cronica recidivante e le condizioni eczematose associate sono già a buon punto sperimentazioni cliniche riguardanti l’utilizzo di questi inibitori della Janus chinasi o il nuovo monoclonale iniettivo Dupilumab inibitore dell’IL-31.
Ma ci sono novità anche nel trattamento in quello che è sempre stato il più ostico e cronico problema terapeutico in dermatologia: il prurigo nodulare. Chi non si è mai arreso a questi pazienti che non riescono ad alleviare il prurito e le lesioni spesso invalidanti con un gravissimo impatto sulla qualità della vita? Un trial clinico tedesco ha dimostrato che la somministrazione orale di 5 mg al giorno di serlopitant, un inibitore del recettore della neurokinina 1 (NK1), sia in grado già dopo sole due settimane di ridurre notevolmente e significativamente la sintomatologia tipica di questa condizione. Quindi fine dei trattamenti con steroidi topici, catrami, raggi uv, tacrolimus e quant’altro eravamo abituati a tentare pur di dare un sollievo parziale a questi pazienti.
Quindi nei prossimi anni assisteremo a una rivoluzione nel trattamento di molte patologie dermatologiche infiammatorie croniche per le quali oggi abbiamo scarse risposte. Come sempre succede, seguiranno a cascata probabilmente nuove indicazioni nell’utilizzo di questi farmaci anche per patologie minori o off-label. Probabilmente fra 10 anni la terapia topica e galenica sarà quasi completamente sostituita da queste nuove realtà. L’unico vero grande limite, e qui è la sfida, sarà l’accesso a queste terapie e la reale fruibilità di queste molecole da parte del paziente nell’ambito dei servizi sanitari delle nostre regioni visti verosimilmente i costi elevati di questi prodotti.