Tra i metodi in vitro approvati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per l’individuazione di nuove sostanze chimiche sensibilizzanti c’è il Test Numero 442E, ovvero lo “human cell line activation test” (h-CLAT).
Sebbene rodato, questo test, che punta a verificare l’over-espressione delle proteine CD54 e CD86 nei monociti e nei monociti THP-1, non riesce a individuare i sensibilizzanti lievi e moderati. C’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione, come evidenziato da uno studio di Singapore: le proteine CD54 e CD86 hanno un ruolo indiretto nel processo di sensibilizzazione cutanea. Ecco perché gli autori hanno cercato altri marcatori.
Nel loro lavoro hanno utilizzato i monociti THP-1 e le cellule PBMC, ovvero cellule mononucleate da sangue periferico che comprendono monociti e linfociti. Le due tipologie di cellule sono state quindi messe a contatto per 24 ore con delle sostanze note per il loro potere sensibilizzante: il 1-cloro-2,4-dinitrobenzene, un sensibilizzante forte; il cloruro di nichel, un sensibilizzante moderato; il dimetilsolfossido (DMSO) come controllo.
Passato il tempo di incubazione, gli autori hanno sequenziato l’RNA cellulare per verificare la presenza di cambiamenti nell’espressione genica, individuando almeno 80 marker possibili, tra cui CD109, CD181, CD183, CLEC5A, CLEC8A e CD354. Queste proteine di membrana sono state valutate come possibili marker da utilizzare nel saggio h-CLAT: tutti si sono mostrati adeguati, con la sola eccezione di CLEC8A. Questo studio è un primo step verso l’affinamento del metodo 442E.
Karkhanis AV, Chan ECY, Ren EC. Preliminary discovery of novel markers for human cell line activation test (h-CLAT). Toxicol In Vitro. 2021 Mar 25;74:105154. doi: 10.1016/j.tiv.2021.105154. Epub ahead of print. PMID: 33774146