Libertà alle volpi argentate

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Sulla locandina dell’ultimo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica, dedicato alla “nuova età del benessere”, spicca il bel volto di una signora decisamente non più giovane, che senza ricorrere a grotteschi tentativi di simulazione della giovinezza affida la propria indiscutibile attraenza a una gradevole coesistenza di una miriade di rughette e pieghe di espressione con labbra lisce e sorridenti, una pelle perfetta e uno sguardo sereno e sicuro. Ciò che però mi ha più colpito è l’acconciatura della bella signora: i capelli sono chiarissimi, forse bianchi, ma fluenti e un lungo vezzoso ricciolo sciolto ricade sul viso, ornandolo e addolcendolo. Non ho potuto fare a meno di riflettere su un sommesso, a mio parere positivo, new trend che da qualche tempo serpeggia tra donne non più giovani ma ben lontane dall’abbandonare la scena della vita: alludo non solo alla scelta di non tingere i capelli ma soprattutto alla scelta di non mortificare i capelli grigi o bianchi con tagli eleganti ma vagamente punitivi, acconciandoli invece senza preconcetti. La grande distribuzione è un indicatore dei gusti della popolazione: abbastanza recentemente sugli scaffali dei supermercati sono comparsi vari prodotti per la cura e la valorizzazione dei capelli grigi e bianchi e le modelle fotografate sulle confezioni sono acconciate in piena libertà con linee corte, medie o lunghe che valorizzano i lineamenti del volto.

Mi reco abbastanza di frequente in Francia e devo dire che nelle grandi città d’Oltralpe ho osservato una maggiore propensione verso questa nuova libertà di acconciatura, peraltro anche proposta nelle passerelle dello scorso gennaio da un famoso stilista: forse permane un ricordo delle sontuose teste candide dell’era prerivoluzionaria, forse al contrario emerge lo spirito ribelle e innovativo dei cugini d’Oltralpe.

I capelli costituiscono da sempre un potente simbolo di forza vitale e di sessualità: basti pensare al rito del taglio dei capelli delle religiose, al precetto islamico per la velatura dei capelli femminili, alla storia biblica di Sansone. Se è vero che il taglio dei capelli ha coinciso agli inizi del ‘900 con l’emancipazione della donna, per contro negli anni sessanta e settanta i capelli lunghi e selvaggi sono stati il manifesto dell’opposizione alle regole e della libertà sessuale.

La maggior parte dei nostri uomini non più giovani (di qua dall’Atlantico) si è da tempo liberata da tinture, riporti e posticci, esibendo con sicurezza chiome argentate o crani perfettamente rasati.

Forse è giunto il momento anche per le donne di dichiarare la libertà di essere naturalmente se stesse ad ogni età, senza essere prigioniere di un cliché: o imitazioni della giovinezza perduta, o rassicuranti icone dello stereotipo della nonna giovanile, curata ma ormai priva di elementi di seduzione.  Benvenute dunque, per chi lo desidera, accanto a tutti gli ausilii della moderna scienza dell’estetica, anche chiome argentee fluenti e seduttive.