L’idrosadenite suppurativa, malattia infiammatoria cronica della pelle, è caratterizzata da noduli ricorrenti e dolorosi, che possono progredire in ascessi, che si rompono, suppurano e portano a tunnel e cicatrici. L’eziologia di questa malattia è complessa e non del tutto chiarita, ma coinvolge fattori genetici e ambientali. Il trattamento mira a gestire l’infiammazione, le cicatrici e l’integrità dell’unità pilosebacea.
Il trattamento deve essere mirato ai sintomi del singolo paziente: le lesioni infiammatorie sono trattate con farmaci antinfiammatori, mentre le lesioni croniche o cicatriziali sono spesso gestite chirurgicamente, adattando i metodi in base all’estensione e alla sede della lesione. È inoltre consigliabile ricorrere a un trattamento preventivo.
Il laser e la luce pulsata ad alta intensità sono consigliati per tutti e tre i tipi di trattamento: chirurgico, antinfiammatorio e preventivo, attraverso la riduzione dei peli.
Laser per l’idrosadenite suppurativa
Nella gestione dell’idrosadenite suppurativa vengono utilizzati diversi tipi di laser e, per quanto non si tratti di un laser, anche la luce pulsata ad alta intensità si è dimostrata utile.
Si tratta di una sorgente di luce pulsata policromatica, non coerente e ad ampio spettro. Nel contesto dell’idrosadenite suppurativa, viene utilizzata per la fototermolisi selettiva mirando ai cromofori specifici dell’emoglobina o della melanina.
Quando è mirata all’emoglobina, si ottiene un effetto antinfiammatorio. Quando ha come bersaglio la melanina, la fototermolisi distrugge il follicolo pilifero o provoca la necrosi dello stesso all’interno della cisti. Quest’ultima può prevenire nuove recrudescenze della malattia, riducendo il numero di capelli nell’area anatomica interessata.
Il laser al neodimio drogato con granato di ittrio e alluminio (Nd:YAG) a impulsi lunghi (1.064 nm) è un laser non ablativo ed è stato utilizzato per creare la fototermolisi. È in grado di penetrare nello strato profondo della pelle, dove spesso si verificano le lesioni dell’idrosadenite suppurativa. È stato utilizzato per trattare la patologia prendendo di mira la melanina e il cromoforo dell’acqua e distruggendo così selettivamente i follicoli piliferi e il fusto.
Il laser più comunemente utilizzato è quello ad anidride carbonica (CO2). Con una lunghezza d’onda di 10.600 nm, il laser ha come bersaglio principale l’acqua e può essere utilizzato per eseguire interventi chirurgici convenzionali per la distruzione locale, l’incisione e il drenaggio, il deroofing e l’escissione chirurgica, se utilizzato in modalità ablativa.
Il laser CO2 ha proprietà emostatiche che consentono una visualizzazione senza ostacoli del tessuto durante l’intervento. Il laser CO2 frazionato può essere utilizzato per migliorare le cicatrici provocate dall’idrosadenite suppurativa e per aumentare la profondità di penetrazione di altri trattamenti, come il laser Nd:YAG8.
Anche i laser a diodi sono stati utilizzati per il trattamento dell’idrosadenite suppurativa, principalmente per ridurre il numero di follicoli piliferi o per eseguire la terapia fotodinamica intralesionale, che si immagina abbia un effetto antinfiammatorio, attività immunomodulanti e proprietà antimicrobiche.
La revisione
Obiettivo della revisione sistematica condotta da due ricercatori dell’Università di Copenhagen pubblicata su Clinics in Dermatology è stato quello di trovare le evidenze alla base del trattamento con luce pulsata ad alta intensità e laser per il trattamento dell’idrosadenite suppurativa e suggerire il trattamento più adatto per specifiche lesioni.
La ricerca è stata condotta nei database Pubmed e Web of Science Core Collection. Al netto dei duplicati sono stati vagliati 724 articoli, di cui 692 esclusi in base ai criteri definiti. Sono stati valutati 32 articoli full-text e infine 17 studi sono stati inclusi nell’analisi qualitativa.
Le evidenze
I dispositivi basati sulla luce sono comunemente utilizzati nella gestione dell’idrosadenite suppurativa eppure l’utilizzo di criteri di inclusione rigorosi ha rivelato solo esigui studi di qualità moderata o bassa e di piccole dimensioni.
Detti studi si sono rivelati troppo eterogenei per consentire una metanalisi, indicando che i laser e la luce pulsata ad alta intensità rappresentano un’area importante da sviluppare nel contesto dell’idrosadenite suppurativa.
Esaminando la scarsa letteratura, i trattamenti con luce pulsata ad alta intensità e laser Nd:YAG sono stati utilizzati principalmente per la riduzione dei peli, mirando quindi all’integrità dell’unità pilosebacea.
Ne consegue che i trattamenti a luce pulsata ad alta intensità e laser per la depilazione e a scopo antinfiammatorio non sono curativi ma possono avere un effetto preventivo, mentre il laser CO2 utilizzato per la chirurgia è utile nelle lesioni stazionarie. Purtroppo gli studi presentati in questa revisione sono eterogenei e di qualità da bassa a moderata; non è quindi possibile formulare raccomandazioni basate sull’evidenza, hanno concluso gli autori.
D. M. L. Saunte, G. B. E. Jemec, Laser and intense pulsed light in the treatment of hidradenitis suppurativa, Clin Dermatol. 2023 Sep-Oct;41(5):628-638. doi: 10.1016/j.clindermatol.2023.08.024. Epub 2023 Sep 1