Diagnosi precoce del melanoma: uno studio di follow up

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Mario Cristofolini

La diagnosi precoce del melanoma è cruciale per la sopravvivenza dei pazienti, ma la possibilità di effettuare un’attività di screening mirato sull’intera popolazione a rischio è limitata a causa dei costi elevati, così la prevenzione secondaria è generalmente affidata a campagne di sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza dell’autoesame della cute e di sottoporsi a periodici controlli.

Da questa considerazione parte uno studio di follow-up, pubblicato su Dermatology, che ha seguito per dieci anni oltre 3600 individui ai fini della diagnosi precoce del melanoma, con l’obiettivo di individuare la periodicità minima efficace per un possibile programma di screening su ampie fasce di popolazione nell’ambito della sanità pubblica. La ricerca, che ha reclutato i soggetti attraverso una campagna di prevenzione organizzata dalla sezione di Trento della LILT, è stata condotta da Mario Cristofolini nell’ambito dell’attività dei Dipartimenti di Patologia e di Dermatologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento insieme a ricercatori del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento e del Dipartimento di Scienze cliniche-Unità di Statistica medica, Biometria ed Epidemiologia dell’Università di Milano.

Dei 3635 soggetti reclutati tra il 2001 e il 2004 per questo studio, 3618 hanno partecipato alla fase di follow up, che i ricercatori hanno attuato fino al 2013 attraverso il Registro dei Tumori cutanei della Provincia di Trento. Sono stati esclusi da tale fase i 15 individui a cui è stato diagnosticato un melanoma nel corso della fase di screening nonché i 2 che avevano una pregressa storia di melanoma. Nei 10 anni di follow up sono stati riscontrati 14 casi di melanoma, in media dopo 5,7 anni, secondo la seguente distribuzione: 2 diagnosi dopo 2 anni, 3 dopo 3 anni, 1 dopo 5, 3 dopo 6, 2 dopo 7 e un caso all’anno nei restanti anni. Si trattava di 11 melanomi a diffusione superficiale e 3 melanomi nodulari. Lo spessore di Breslow era in media 0,61 mm nelle femmine e 1,19 mm nei maschi; per 4 dei casi risultava superiore al millimetro.

L’incidenza del melanoma riscontrata nel campione è stata confrontata con quella generale della popolazione nella provincia di Trento, desunta dal Registro dei Tumori cutanei provinciale, risultando non significativamente differente.

Nella popolazione inclusa nello studio, per nessun soggetto è stato diagnosticato un melanoma nei due anni immediatamente successivi al primo controllo.

Considerando la peculiarità del campione esaminato, costituito da soggetti che già presentavano lesioni pigmentate, che si sono presentati di propria iniziativa alla fase di screening (quindi non selezionati secondo criteri casuali dalla popolazione generale), la ricerca suggerisce che un programma di screening potrebbe essere organizzato ogni 2-3 anni. Gli autori sottolineano che tale conclusione risulta specifica per la provincia di Trento, caratterizzata da un rischio di melanoma inferiore a quello riscontrato per altre aree geografiche, come ad esempio i paesi del Nord Europa. Per soggetti di età inferiore a 45 anni che non presentano particolari fattori di rischio, la periodicità può essere anche di 4-5 anni, mentre dovrebbe essere intensificata per le fasce di mezza età e anziane della popolazione.

Lo spessore delle neoplasie diagnosticate nel corso dello studio confrontato con quello della popolazione italiana tratto dal Registro Clinico Nazionale del Melanoma cutaneo è risultato inferiore per la Provincia di Trento, probabilmente per l’alta frequenza delle campagne per la diagnosi precoce condotte in quest’area.

Studi analoghi potrebbero essere avviati localmente per definire la periodicità di possibili campagne di screening da effettuarsi nelle diverse aree almeno sui segmenti di popolazione a più alto rischio e, concludono gli autori, anche per avere dati sull’efficacia di tali campagne, al momento non del tutto nota proprio per la carenza di studi epidemiologici a lungo termine in una patologia relativamente a bassa incidenza come il melanoma.

 

Dermatology 2015;231:345-352. Cristofolini M., Boi S., Cattoni D., Sicher M.C., Decarli A., Micciolo R. A 10-Year Follow-Up Study of Subjects Recruited in a Health Campaign for the Early Diagnosis of Cutaneous Melanoma: Suggestions for the Screening Timetable.

https://www.karger.com/Article/FullText/433526

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26278413