Secondo una recente indagine condotta in Italia da AstraRicerche per conto di Allergan, le donne italiane associano ancora ai trattamenti con filler dermici un aspetto innaturale e artefatto, ma tale percezione perde decisamente forza quando le intervistate vengono poste di fronte a casi reali di donne che si sono sottoposte a un trattamento di medicina estetica con filler a base di acido ialuronico. La ricerca ha visto coinvolto un campione di 816 donne tra i 35 e i 60 anni, di cui 788 non si era mai sottoposta a intervento di filler. Alle intervistate sono state mostrate fotografie di 17 donne di diversa nazionalità – 8 sottoposte al trattamento con filler dermici e 9 mai trattate – chiedendo alle intervistate di indicare per ciascuna se avesse o no effettuato il trattamento. In una seconda fase alle intervistate sono state mostrate le foto affiancate pre/post trattamento di quattro donne italiane effettivamente trattate.
Nella prima fase il campione non è stato in grado di individuare chi si fosse sottoposta a trattamenti con filler e chi no: tra le immagini più associate al trattamento, sono state indicate donne trattate e donne non trattate. Considerando soltanto le tre fotografie maggiormente identificate come donne trattate, al primo posto il 79,7% delle intervistate riconosce una donna realmente trattata; ma al secondo posto il 70,1% e al terzo posto il 63,8% indicano due donne che invece non si sono mai sottoposte al trattamento. Il confronto tra il prima e il dopo trattamento determina un mutamento di pensiero dell’intero campione rispetto all’immagine percepita dei filler. Infatti, le affermazioni “altera i tratti, conferendo un aspetto troppo diverso dal proprio” e “conferisce un aspetto plastico e finto”, condivise da quasi la metà delle intervistate prima di vedere le foto, si riducono, dopo il confronto, al 15% di citazioni, con una diminuzione di oltre 30 punti percentuali.  Muta anche la propensione espressa dalle intervistate, a prendere in considerazione la possibilità di farlo: se, prima di vedere le immagini, il 43,8% affermava di non prenderlo in considerazione a fronte di un 23,1% che lo avrebbe fatto, dopo la visione delle foto, il 36,4% lo valuterebbe arrivando a superare la percentuale di quante non ne hanno ancora l’intenzione, scesa al 32,2%.
I risultati suggeriscono che questo cambiamento di opinione sia la naturale conseguenza di ciò che risulta da un approccio conservativo e personalizzato nell’uso del filler, rispettoso dell’armonia di ciascun volto, che tenga conto dell’espressività originale.