La pelle come una tela su cui esperienze di vita ed emozioni, ma anche patologie lasciano un segno che è la prima cosa di noi che appare all’altro: una tela che va restaurata e protetta dalle patologie dermatologiche che possono avere un impatto non solo sulla salute fisica, ma anche su quella mentale, sul benessere psicologico e sulle relazioni con gli altri. Una pelle segnata da una patologia, infatti, può trasformarsi in una barriera che isola il paziente, condizionandone la vita. Prende spunto da qui Relive Your Skin – Riscoprire la cura a regola d’arte, iniziativa di Almirall con l’obiettivo di dare voce ai bisogni ancora insoddisfatti dei pazienti affetti da patologie dermatologiche come dermatite atopica e psoriasi.

L’iniziativa, coordinata da Cencora Pharmalex, ha raccolto il patrocinio di Associazione Dermatologi-Venerologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica (ADOI), Federazione Italiana Medici di Famiglia (FIMMG), Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e di Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle cure primarie (SIMG), Associazione per la Difesa degli Psoriasici (ADIPSO), Associazione Nazionale Dermatite Atopica (ANDeA), Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO) e ha coinvolto pazienti, clinici, istituzioni e cittadinanza in un percorso di sensibilizzazione.

Dermatite atopica e psoriasi, in particolare, sono due delle patologie cutanee infiammatorie che necessitano di un approccio terapeutico personalizzato e di un supporto costante nella gestione quotidiana.

L’impatto di dermatite atopica e psoriasi

«Dermatite atopica e psoriasi hanno un impatto sistemico e multidimensionale – ha sottolineato nel corso della presentazione dell’iniziativa, a Roma l’11 settembre, Giovanni Pellacani, presidente di SIDeMaST e direttore dell’Unità Complessa di Dermatologia al Policlinico Umberto I di Roma –. Chi ne soffre affronta non solo sintomi fisici, ma anche conseguenze psicologiche importanti. Le lesioni visibili, il prurito persistente, il dolore e l’impatto sull’immagine di sé possono portare ad ansia, isolamento sociale e perdita di autostima, compromettendo la vita relazionale, lavorativa ed emotiva dei pazienti».

«Per chi convive ogni giorno con patologie come la dermatite atopica, la pelle può diventare fonte di disagio, dolore e isolamento – ha spiegato Mario Coccioli, presidente di ANDeA –. È fondamentale superare lo stigma che ancora oggi circonda le malattie dermatologiche e riconoscere l’impatto profondo che queste hanno sulla qualità della vita. L’obiettivo primario di ANDeA è quello di ascoltare i pazienti, ma soprattutto di indirizzarli verso quelle che sono le buone pratiche: rivolgersi a un centro specializzato e favorire la sinergia e il dialogo tra medico e paziente, senza sottovalutare l’operato delle aziende, affinché questa sinergia diventi sempre più proficua e i risultati più tangibili».

L’iniziativa Relive your skin

«La pelle è preziosa. È il primo organo con il quale si entra in contatto e si conosce il mondo esterno – ha spiegato Marco Caraglia, General Manager di Almirall Italy –. Con Relive Your Skin, la pelle viene metaforicamente paragonata a un’opera d’arte, che merita di essere preservata, protetta e riportata alla luce. Abbiamo voluto supportare il restauro di un’opera preziosa per riportarla all’antica bellezza. Allo stesso modo, attraverso le nostre soluzioni terapeutiche, cerchiamo di migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da patologie dermatologiche».

Il progetto di restauro ha interessato numerosi manufatti in bronzo e ferro appartenenti alla Biblioteca Apostolica Vaticana e curati dal Dipartimento di Arti Decorative, tra cui spiccano due statuette di bronzo raffiguranti Minerva databili al periodo ellenistico-primo periodo imperiale. Il restauro di quest’ultime ha visto, come primo passaggio, la rimozione delle sostanze cerose che nascondevano le imperfezioni delle superfici originali, difetti causati dal trascorrere del tempo, e dei già realizzati interventi ricostruttivi. Successivamente è stato possibile intervenire con le più adeguate modalità di restauro per riportare l’opera al suo splendore originale.

«Ogni intervento di restauro su un’opera in bronzo richiede tempo, competenza e una profonda sensibilità: è un processo che non si limita a ripristinare l’aspetto esteriore, ma restituisce dignità e nuova vita a qualcosa che ha attraversato il tempo. Restaurare un’opera significa riportare alla luce la sua bellezza nascosta, in modo che continui a raccontare la sua storia e la sua unicità», il commento di Sabrina Zappia, presidente di Italian & International Patrons of the Arts in the Vatican Museums.