La vitiligine è una malattia cutanea autoimmune causata da melanociti disfunzionali che producono pigmento e che vengono attaccati dalle cellule immunitarie. La prevalenza globale della vitiligine è compresa tra lo 0,5% e il 2% in tutto il mondo.

Tale malattia può essere non-segmentale o segmentale. Il tipo di vitiligine più diffuso è quello non segmentale, che interessa circa il 90% dei soggetti affetti da vitiligine. Si caratterizza per la presenza di chiazze simmetriche su entrambi i lati del corpo e, più in particolare su mani, gomiti, ginocchia, braccia, piedi, oltre a occhi, bocca e zona genitale. Al contrario, la vitiligine segmentale si presenta solo su un lato del corpo e tende a rimanere localizzata.

La vitiligine influisce notevolmente sulla qualità della vita e sull’autostima dei pazienti e  predispone a un rischio maggiore di scottature e di cancro della pelle.

Stress ossidativo e vitiligine

L’eziologia della vitiligine è multifattoriale: nella disfunzione dei melanociti giocano un ruolo un mix di suscettibilità genetica, generazione di infiammazione e risposte autoimmuni.

Tra queste, lo stress ossidativo è considerato cruciale nell’attivazione delle conseguenti risposte autoimmuni legate alla vitiligine.

La sintesi di melanina da parte dei melanociti è il principale fattore di stress intracellulare, che produce specie reattive dell’ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS).

Un lavoro di revisione condotto a Taiwan e pubblicato su Cells ha inteso riassumere gli eventi di carattere cellulare che si manifestano in presenza di un eccesso di specie reattive all’ossigeno nella vitiligine, evidenziando al contempo l’esposizione ad antigeni specifici dei melanociti che scatenano le risposte immunitarie.

Lo studio

In condizioni fisiologiche normali, il fattore di trascrizione nucleare eritroide-2 (Nrf2) funziona come un mediatore cruciale per la resistenza delle cellule allo stress ossidativo. In situazioni patologiche, come in presenza di difetti antiossidanti o di infiammazione, i ROS si accumulano e causano danni alle cellule.

Di seguito vengono riassunti gli eventi a livello cellulare in presenza di un eccesso di ROS nella vitiligine e viene evidenziata l’esposizione ad antigeni specifici dei melanociti che scatenano risposte immunitarie.

Un accumulo di perossido di idrogeno provoca cambiamenti nel meccanismo antiossidante, come una diminuzione dei livelli di catalasi e un aumento dei livelli di superossido dismutasi e di altri enzimi antiossidanti.

Il glutatione (GSH) agisce come prima linea di difesa per eliminare i ROS. Quando è esaurito, la glutatione perossidasi 4 (GPX4) viene inattivata, con conseguente squilibrio ossido-antiossidante.

Nelle lesioni cutanee della vitiligine, l’espressione della glutatione perossidasi, della catalasi e della metionina-S-ossido reduttasi A e B, così come di altri enzimi antiossidanti, è downregolata. Nel complesso, questi squilibri del sistema antiossidante sono stati dimostrati nella vitiligine.

A livello cellulare, nella vitiligine sono stati osservati difetti nella struttura e nella funzione mitocondriale, come la perdita del potenziale transmembrana, la deregolazione della cardiolipina e delle proteine della catena di trasporto degli elettroni, l’aumento del colesterolo nella membrana interna dei mitocondri e l’aumento della massa.

La superossido-dismutasi 2 (SOD2), una forma mitocondriale di superossido-dismutasi che converte i radicali O2 in H2O2, ha mostrato un’attività crescente nei pazienti affetti da vitiligine, indicando il suo ruolo come fattore di rischio genetico per la suscettibilità e la progressione della vitiligine.

È inoltre associata a una risposta alle proteine dispiegate nel reticolo endoplasmatico e a difetti di adesione nell’epidermide. Queste risposte portano a un’alterazione funzionale e alla morte dei melanociti, che innesca in sequenza una risposta autoimmune e aumenta la citotossicità dei melanociti.

È accettato che le specie reattive all’ossigeno accumulate nei melanociti forniscano di conseguenza autoantigeni e attivino le risposte immunitarie innate e adattative nella vitiligine.

La relazione meccanicistica tra stress ossidativo e immunità adattativa non è stata rivelata fino a quando non è stato sollevato il concetto che l’immunità innata media la presenza di autoantigeni per innescare l’autoimmunità.

La presenza di autoantigeni provenienti da melanociti stressati attiva le cellule dendritiche e i macrofagi, mediati dall’attivazione dei linfociti T citotossici. Tali risposte portano a una compromissione funzionale e alla morte dei melanociti.

Le conclusioni

Questa relazione fornisce nuove prospettive e avanza la comprensione delle interrelazioni tra stress ossidativo e autoimmunità nella patogenesi della vitiligine, hanno sottolineato gli autori dello studio, che hanno enfatizzato quanto la descrizione dei progressi della terapia antiossidante mirata sia finalizzata a fornire potenziali nuovi approcci terapeutici.

W.-L. Chang, C.-H. Ko, The Role of Oxidative Stress in Vitiligo: An Update on Its Pathogenesis and Therapeutic Implications, Cells. 2023 Mar 19;12(6):936. doi: 10.3390/cells12060936