Le ferite croniche rappresentano una importante sfida terapeutica in considerazione dei tempi spesso lunghi del trattamento e dei risultati sovente frustranti.
Inoltre, l’entità dei costi di questi trattamenti rappresenta un elemento di preoccupazione per i sistemi sanitari odierni. Pertanto, nuove terapie sicure, efficaci ed economiche costituirebbero un importante valore aggiunto.
L‘innesto di grasso sublesionale potrebbe rappresentare un’opzione in tal senso, sebbene l’efficacia e la sicurezza di questa procedura siano state valutate solo in pochi studi clinici randomizzati.
Per colmare questo gap, un gruppo di ricercatori tedeschi ha condotto un trial clinico randomizzato, pubblicato su Wound Repair and Regeneration.
Lo studio clinico condotto
Tutti i pazienti hanno fornito un consenso informato scritto prima di essere arruolati nello studio. Lo stesso è stato concepito come uno studio clinico prospettico, monocentrico, randomizzato e controllato il cui endpoint primario era rappresentato dalla riduzione relativa delle dimensioni della ferita – espressa in percentuale rispetto alle dimensioni della ferita prima della randomizzazione – a due mesi dall’intervento.
Si è ipotizzato che l’intervento del gruppo di studio fosse in grado di ridurre le dimensioni della ferita di almeno una deviazione standard in più rispetto all’intervento di controllo.
Sono stati inclusi un totale di 34 pazienti adulti con ulcere croniche agli arti inferiori ricoverati presso il Centro Medico di Colonia-Merheim tra il 2011 e il 2016 e sono stati randomizzati in un rapporto 1:1.
Le ulcere croniche (lesioni cutanee a tutto spessore) avevano un diametro massimo compreso tra 1 e 10 cm e persistevano da almeno 6 settimane. Sono state escluse le ulcere con legamenti, tendini o ossa esposti e qualsiasi terapia a pressione negativa effettuata nelle ultime 2 settimane. Sono stati inclusi tutti i tipi di ulcere croniche delle gambe (venose, arteriose, miste artero-venose, diabetogene, compressive). La randomizzazione è stata eseguita in cieco.
I risultati
L‘innesto di grasso è stato ottenuto mediante liposuzione, lavato con il metodo Coleman e quindi iniettato a livello sublesionale e nei margini della ferita dopo lo sbrigliamento chirurgico. Per il gruppo di controllo è stata utilizzata una soluzione salina al posto del grasso.
L’endpoint primario era determinare la riduzione delle dimensioni della ferita in entrambi i gruppi. Le ferite sono state misurate prima dell’intervento, in fase intra-operatoria e a 3, 7, 21 e 60 giorni dall’intervento.
Un valore p di <0,05 è stato considerato significativo. Inoltre, sono stati valutati l’istologia e la microbiologia delle ferite e il dolore. Un effetto temporaneo del trattamento è stato osservato dopo 14 e 21 giorni, periodo in cui la riduzione delle dimensioni della ferita è stata significativamente maggiore nel gruppo di intervento.
Dopo 60 giorni non è stata rilevata invece alcuna differenza significativa tra i due gruppi. Non sono stati segnalati eventi avversi e il livello di dolore è risultato simile nel gruppo di controllo e in quello di intervento.
Le conclusioni
L’innesto di grasso sublesionale ha determinato un temporaneo miglioramento della guarigione delle ferite croniche. La procedura è risultata sicura e il livello di dolore basso. Interventi ripetuti potrebbero portare alla completa chiusura della ferita, hanno concluso i ricercatori, evidenziando in tal senso la necessità di studi futuri in quella direzione.
O. C. Thamm, J. Eschborn, L. Zimmermann et al., Sublesional fat grafting leads to a temporary improvement of wound healing in chronic leg ulcers: A prospective, randomised clinical trial, Wound Repair Regen. 2023 Sep-Oct;31(5):663-670. doi: 10.1111/wrr.13111. Epub 2023 Aug 3