Articolo recensito: Counseling Strategies in Atopic Dermatitis: How Best can they be Integrated in Dermatological Practice?. Indian Journal of Paediatric Dermatology 23(1):p 3-7, Jan–Mar 2022.

Autori: Jagadeesan S, Parikh D, Dhar S.

Take-home message

Nella popolazione pediatrica, l’impatto clinico della dermatite atopica (atopic dermatisis, AD, patologia cutanea caratterizzata da un decorso recidivante e remittente) si traduce in una bassa autostima del paziente, in disturbi del sonno e nell’aumento complessivo dello stress. Considerando che in questi pazienti il trattamento viene somministrato da una persona adulta, il successo e l’aderenza della terapia sono direttamente correlati alla corretta comprensione delle istruzioni mediche da parte del genitore. Diviene quindi necessario che il trattamento della AD venga affiancato da un’assistenza psicologica e educativa rivolta non soltanto al paziente ma anche ai familiari. Come riportato dagli Autori, tuttavia, le odierne consultazioni mediche rivolte ai pazienti pediatrici affetti da AD e alle loro famiglie, risultano spesso inadeguate.

Gli Autori dell’articolo qui riassunto enfatizzano l’importanza del counseling, definito come l’intero spettro di interventi psicologici e educativi nell’ambito della gestione della AD, e analizzano l’utilità clinica di affiancare alla terapia medica di riferimento ulteriori approcci terapeutici differenti.

Quanto emerso evidenzia l’importanza e l’efficacia dell’educazione terapeutica del paziente e dei familiari e dell’uso di terapie psicologiche (come tecniche di rilassamento e di riduzione dell’ansia) nel migliorare l’aderenza del paziente e i rispettivi risultati clinici. In conclusione, quindi, alla luce dell’impatto psicologico della AD nei pazienti pediatrici, gli Autori ritengono che un adeguato approccio di counseling debba includere un rapporto empatico medico-paziente ed opportune strategie mirate al benessere psicologico.

Discussione

Definizione di counseling. Così come stabilito dalla definizione ufficiale, counseling viene definita come una relazione di carattere professionale che consente a individui e famiglie di raggiungere obiettivi di salute mentale, benessere, istruzione. Nello specifico, nel contesto proposto dagli Autori, il termine counseling è stato utilizzato per indicare l’intero spettro di interventi psicologici ed educativi nell’ambito della gestione della AD.

Perché eseguire counseling. Le consultazioni di routine, finalizzate a fornire le conoscenze e le abilità pratiche necessarie a trattare correttamente la patologia, si sono dimostrate spesso inadeguate e non sufficientemente efficaci nell’istruire il paziente e i suoi familiari nella corretta gestione della AD. Per questo motivo, sono stati sviluppati una serie di interventi, da utilizzare in combinazione al trattamento farmacologico, mirati al miglioramento dell’aderenza del paziente alla terapia e dei rispettivi risultati clinici. L’attuazione di questi approcci, che corrispondono all’educazione terapeutica del paziente e ad interventi di tipo psicologico, dovrebbe essere personalizzata a seconda del tipo di paziente (pediatrico o adulto) a cui sono rivolti.

Educazione terapeutica del paziente. Così come stabilito dalla World Health Organization, l’educazione terapeutica del paziente (therapeutic patient education, TPE) è un processo che permette ai pazienti affetti da una patologia di acquisire e mantenere nel tempo specifiche competenze tramite le quali gestire al meglio la propria patologia e, quindi, migliorare la qualità di vita. I primi risultati ad evidenziare l’efficacia della TPE nella gestione a lungo termine della AD da moderata a grave provengono da uno studio multicentrico randomizzato e da un secondo studio multicentrico che ha analizzato l’efficacia della TPE eseguita, sia collettivamente sia individualmente, in un campione di 23 pazienti. In particolare, i vantaggi relativi alla TPE individuale, emersi da quest’ultimo studio, includevano la facilità di pianificazione e di esecuzione, la rapidità con cui si instaurava un rapporto con il paziente e la famiglia e una migliore identificazione dei suoi bisogni e delle sue aspettative. La TPE di gruppo, invece, si è rivelata un metodo utile per condividere le informazioni a gruppi di persone più ampi. Alla luce di quanto ottenuto, il gruppo di esperti coinvolto nell’indagine – che comprendeva medici dermatologi, pediatri, allergologi, infermieri, dietisti e psicologi – suggeriva l’utilità clinica e l’importanza della TPE come strategia di trattamento integrale alla terapia medica.

Come dimostrato dai diversi studi clinici, la TPE viene generalmente rivolta a pazienti pediatrici e ai loro genitori e viene gestita da un team multidisciplinare di esperti tramite un periodo di monitoraggio che, solitamente, va da 1 a 24 mesi.

Interventi psicologici in AD. Come evidenziato da studi epidemiologici, diversi fattori psicologici (come stress psicosociale, cattive relazioni familiari, eventi di vita negativi) influenzano la qualità della vita del paziente affetto da AD. Lo stress, in particolare, rappresenta un fattore ad elevato impatto clinico, associato sia all’aggravamento che all’esacerbazione della AD. Per questo motivo, tra gli interventi psicologici utilizzati nella TPE sono incluse diverse tipologie di terapie psicologiche, tecniche di rilassamento e di riduzione dell’ansia. Inoltre, anche lo sfregamento della cute è in grado di esacerbare la AD: come riportato dagli Autori, la gestione di questo aspetto prevede di consigliare al paziente di modificare le proprie abitudini.

Sebbene ad oggi siano disponibili diverse tipologie di interventi psicologici, deve essere considerato che la maggior parte di non essi non è stata opportunamente valutata nel contesto del trattamento della AD.

Prospettiva e proposte degli Autori

Ad oggi, probabilmente a causa di questioni economiche e di mancanza di tempo da parte dei dermatologi, non sono stati condotti molti studi che abbiano esplorato l’impatto del counseling e degli interventi psicologici e/o educativi nella gestione della AD.

Gli Autori riportano quindi specifiche raccomandazioni, tramite le quali poter ulteriormente ottimizzare la gestione della AD. Queste includono i) l’esecuzione di sessioni periodiche di consultazione sia in sessioni individuali che collettive, ii) la diffusione – attraverso opportuni canali – di informazioni riguardanti la patologia e iii) l’individuazione dei pazienti che necessitano interventi psicologici più mirati e il loro indirizzamento allo specialista di riferimento.

Conclusioni

In conclusione, alla luce dell’impatto psicologico della AD nei pazienti pediatrici, è possibile affermare che l’adozione di un adeguato approccio di counseling – oltre all’uso di una adeguata terapia medica – deve prevedere delle opportune strategie mirate al benessere psicologico del paziente e, infine, un rapporto empatico con il medico specialista di riferimento.

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