Sclerosi sistemica, esiti a lungo termine post rituximab

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Sclerosi sistemica, esiti a lungo termine post rituximab

Sclerosi sistemica, esiti a lungo termine post rituximab

La sclerosi sistemica è una malattia cronica rara ad eziologia sconosciuta che si caratterizza per fibrosi diffusa, anomalie vascolari cutanee, articolari e degli organi interni.

I sintomi più frequenti comprendono: sindrome di Raynaud, poliartralgia, disfagia, pirosi, tumefazione e infine fibrosi cutanea e retrazione delle dita. Al coinvolgimento di organi come polmoni, cuore e reni è imputabile la maggior parte dei decessi.

Il rituximab è un anticorpo monoclonale che trova impiego nel trattamento di diverse patologie. In uno studio portato avanti dai ricercatori del Dipartimento di Dermatologia della University of Tokyo Graduate School of Medicine, in Giappone, vengono indagati gli esiti a lungo termine del trattamento con rituximab per la sclerosi sistemica e i potenziali marcatori di risposta.

Lo studio

Lo studio parte dalla considerazione che l’importanza del rituximab sta emergendo come una promettente opzione terapeutica per la sclerosi sistemica, anche se restano sconosciuti i suoi esiti a lungo termine e i marcatori di risposta.

Lo studio di coorte monocentrico ha analizzato i pazienti con sclerosi sistemica che hanno continuato a ricevere rituximab dopo lo studio DESIRES, con un follow-up mediano di 96 settimane.

DESIRES era uno studio in doppio cieco di fase II, volto a valutare l’efficacia e la sicurezza di rituximab rispetto al placebo nei pazienti con sclerosi sistemica, articolato in un periodo in doppio cieco di 24 settimane seguito da un periodo di trattamento farmacologico di ulteriori 24 settimane.

Tra i 43 pazienti che avevano completato lo studio DESIRES, 31 hanno continuato a ricevere rituximab, e 29 di loro, con dati completi, sono stati inclusi in questo ulteriore studio.

I risultati

In 29 pazienti con sclerosi sistemica (di cui 27 donne, pari al 93% con età mediana di 48 anni) sono stati osservati miglioramenti significativi nel punteggio cutaneo Rodnan modificato (MRSS) e nella percentuale di capacità vitale forzata prevista (FVC%) dopo 1 e 3 cicli di rituximab, entrambi mantenuti durante il follow-up.

I pazienti altamente responsivi (miglioramento MRSS di ≥9; n = 16) hanno registrato una maggiore diminuzione dei livelli sierici di IgG e IgA rispetto ai pazienti poco responsivi (miglioramento MRSS di ≤8; n = 13).

In particolare, la diminuzione dei livelli sierici di IgA si correlava significativamente con il miglioramento della MRSS (r = 0,64; P < .001). All’ultimo follow-up, sono state osservate basse IgM, basse IgA e basse IgG, rispettivamente in 7,1 e 1 paziente, di cui le basse IgM erano associate a un maggiore miglioramento della sopra citata FVC%.

I benefici

Il trattamento con rituximab è stato associato a un miglioramento significativo della fibrosi cutanea e polmonare nella sclerosi sistemica in un follow-up a lungo termine. La diminuzione delle immunoglobuline sieriche è stata associata a una maggiore risposta clinica.

I risultati ottenuti suggeriscono che il trattamento con rituximab può fornire benefici a lungo termine ai pazienti con sclerosi sistemica e che le immunoglobuline sieriche dovrebbero essere esplorate come potenziali marcatori di risposta.

Ai Kuzumi, S Ebata, T Fukasawa et al, Long-term Outcomes After Rituximab Treatment for Patients With Systemic Sclerosis, Follow-up of the DESIRES Trial With a Focus on Serum Immunoglobulin Levels, JAMA Dermatol. Published online February 15, 2023. Doi:10.1001/jamadermatol.2022.6340