Una dieta troppo ferrea può mettere a rischio la salute delle ossa. Lo sostiene Andrea Giustina, ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Brescia e presidente del Gioseg, il gruppo di lavoro di specialisti endocrinologi che si dedicano allo studio dello scheletro: «Basta un calo ponderale del 10% per osservare una riduzione del 2% nella massa ossea. Se una donna, alta 160 centimetri, da 60 chili raggiunge i 54, già notiamo una alterazione in senso negativo sul metabolismo scheletrico».
Il meccanismo alla base è dato da diversi fattori: la sintesi di osso nuovo viene stimolata da uno stimolo meccanico da parte dei muscoli e quindi la perdita di massa muscolare diminuisce questa sollecitazione; inoltre il grasso è correlato all’adiponectina che, quando il grasso diminuisce, stimola le cellule ossee a riassorbire l’osso riducendone la massa; infine, l’effetto della dieta sulla produzione di ormoni sessuali, gli estrogeni, che in entrambi i sessi sono importanti per la buona salute delle ossa. Il problema è noto anche nei soggetti che si sottopongono a interventi di chirurgia bariatrica. In questi pazienti, prevalentemente donne, studi prospettici hanno dimostrato che dopo la chirurgia e in particolare dopo la tecnica di bypass gastrico si verificano perdite di massa ossea superiori al 5% sia a livello vertebrale sia femorale. Gli effetti della chirurgia bariatrica non sono negativi solo per la rapidità e l’entità del calo ponderale, ma anche perché questo intervento induce modificazioni negli ormoni gastrointestinali come il peptide YY e determina malassorbimento di vari micro nutrienti come il calcio. Trattandosi di un intervento che può salvare la vita delle persone, anche giovani adulti, è opportuno prevedere strategie accurate di supplementazione, monitoraggio periodico e una consulenza endocrinologica post intervento per valutare tutti i fattori di rischio e instaurare forme di prevenzione secondaria. Il rischio è altrimenti di aumentare la sopravvivenza, ma di peggiorare i rischi di determinare fratture vertebrali anche in presenza di traumi minimi.