La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica immunomediata che coinvolge pelle e articolazioni, con manifestazioni che spaziano dalle placche cutanee all’artrite psoriasica. Colpisce il 2-3% della popolazione mondiale, con prevalenze fino all’8-11% nel Nord Europa.

La sua eziologia è multifattoriale, comprendendo predisposizione genetica e fattori ambientali. Alla base vi è una disregolazione immunitaria che attiva i linfociti Th1 e Th17, con conseguente iperproduzione di citochine infiammatorie come TNF-α, IL-17 e IL-22.

Psoriasi: le terapie attuali

Le opzioni terapeutiche oggi disponibili comprendono trattamenti topici, sistemici, biologici e fototerapici. Sebbene risultino efficaci (PASI 60-75%), tali approcci presentano limiti rilevanti come scarsa aderenza, tossicità d’organo, rischio infettivo e costi elevati (fino a 79.000 dollari/anno per i biologici). Una quota significativa di pazienti interrompe la terapia entro il primo anno, spesso per inefficacia o problematiche economiche.

Il potenziale dei polifenoli

I polifenoli, composti naturali presenti in numerose piante, sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antiproliferative. Un recente studio sistematico, condotto secondo le linee guida PRISMA, ha analizzato 25 studi (9 in vitro, 11 preclinici e 5 clinici) pubblicati tra il 2008 e il 2023, valutando il potenziale terapeutico dei polifenoli nella psoriasi.

Tra i polifenoli analizzati, la curcumina è emersa come il composto più studiato, con sette lavori che hanno documentato riduzioni del 30-60% dei marcatori infiammatori (TNF-α, IL-7 e IL-22) e miglioramenti clinici significativi nei punteggi PASI. Altri composti come quercetina, resveratrolo, luteolina e acido gallico hanno mostrato effetti antiproliferativi e antinfiammatori, sebbene le evidenze cliniche restino ancora limitate.

Meccanismi d’azione, criticità e prospettive

Dal punto di vista molecolare, l’azione dei polifenoli è principalmente legata all’inibizione della via di segnalazione NF-kappaB e alla soppressione dell’asse IL-17/Th17, bersagli chiave dell’infiammazione psoriasica. Questi meccanismi risultano coerenti con i target terapeutici delle terapie biologiche attualmente in uso, rendendo i polifenoli interessanti come potenziali coadiuvanti o strategie complementari.

Nonostante i risultati promettenti, la traduzione clinica rimane limitata, poiché allo stato attuale sono solo 5 gli studi disponibili sull’uomo, con campioni di piccole dimensioni, metodologie eterogenee e problemi di biodisponibilità. Diventa quindi urgente promuovere studi randomizzati controllati su larga scala, con formulazioni standardizzate e valutazioni di terapie combinate.

Polifenoli come terapia aggiuntiva

Grazie al profilo di sicurezza favorevole, i polifenoli rappresentano candidati ideali come terapie complementari ai trattamenti convenzionali, potenzialmente in grado di ridurre dosaggi, effetti collaterali e costi, senza comprometterne l’efficacia. L’associazione con corticosteroidi, biologici o fitoterapici, potrebbe ottimizzare la gestione della malattia, specialmente nei casi resistenti o economicamente gravosi.

I composti polifenolici delineano una promettente frontiera terapeutica nella gestione della psoriasi, grazie ai loro meccanismi multi-target, alla sicurezza clinica e al potenziale sinergico con le terapie esistenti. L’integrazione di approcci innovativi, come farmacogenomica, nanocarrier e formulazioni avanzate, potrà in futuro ampliare le possibilità terapeutiche e migliorare l’efficacia dei trattamenti antipsoriasici.

Alalwan, T.A.; Aksal, R.; Allehdan, S.; Rondanelli, M.; Perna, S. Effect of (Poly)phenols as Potential Agents in the Treatment of Psoriasis: A Systematic Review of the Evidence and Future Applications. Nutraceuticals 2025, 5, 24. https://doi.org/10.3390/nutraceuticals5030024

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