Le linee guida sul melanoma raccomandano l’escissione chirurgica con margini di 10 mm nel melanoma T1. Tuttavia, questa procedura può risultare problematica in siti vicini a strutture critiche come il cuoio capelluto, il viso, i genitali esterni, le aree acrali, periombelicali e perineali.
Partendo da questa considerazione, un gruppo di ricercatori italiani della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha condotto uno studio di coorte, pubblicato su JAMA Dermatology, con l’obiettivo di confrontare i risultati dell’escissione ampia, con margini di 10 mm, rispetto a quella stretta, con margini di 5 mm, in pazienti con melanoma T1a vicino a strutture critiche.
Piace qui ricordare che T1 indica che lo spessore del tumore è minore a 1mm; T1a significa che non c’è presenza di ulcerazione e che le mitosi sono inferiori a 1mm quadrato.
Lo studio
Lo studio di coorte è stato portato avanti attraverso un confronto retrospettivo di 1.341 pazienti di età pari o superiore a 18 anni trattati presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Il criterio di inclusione prevedeva che avessero ricevuto una diagnosi di melanoma cutaneo T1a in prossimità di strutture critiche tra il 2001 e il 2020 e avessero accettato l’escissione ampia rispetto all’escissione stretta.
I risultati
L’obiettivo primario dello studio era verificare se un margine di escissione più stretto (5 mm) rispetto a uno più ampio (10 mm) fosse associato a recidiva locale e ad un più alto tasso di mortalità correlata al melanoma.
L’obiettivo secondario era confrontare la necessità di chirurgia ricostruttiva nei gruppi definiti dalla larghezza del margine di escissione.
Un totale di 1.179 pazienti ha soddisfatto i criteri di inclusione. Si è trattato di 610 donne e 569 uomini con un’età mediana di 50 anni (39,5-63,0).
626 pazienti (53,1%) hanno ricevuto un’escissione ampia: di questi, 434, pari al 69,3%, con riparazione lineare e 192 (30,7%) con ricostruzione con lembo o innesto, mentre 553 (46,9%) hanno ricevuto un’escissione stretta: 491 (88,8%) con riparazione lineare e 62 (11,2%) con ricostruzione con lembo o innesto.
Il tasso ponderato di mortalità correlata al melanoma a 10 anni era dell’1,8% (95% CI, 0,8%-4,2%) nel gruppo con margini di escissione a 10mm e del 4,2% (95% CI, 2,2%-7,9%) nel gruppo con margini di escissione ‘stretti’ a 5 mm.
Il tasso ponderato di recidiva locale a 10 anni era del 5,7% (95% CI, 3,9%-8,3%) nel gruppo ‘largo’ e del 6,7% (95% CI, 4,7%-9,5%) nel gruppo ‘stretto’.
Lo spessore di Breslow, misura che indica lo spessore del tumore, superiore a 0,4 mm (subdistribution hazard ratio [sHR] per 0,6 vs 0,4 mm, 2,42; 95% CI, 1,59-3,68; P < .001) e un tasso mitotico superiore a 1/mm2 (sHR per un singolo incremento, 3,35; 95% CI, 2,59-4,32; P < .001) sono risultati associati a una mortalità melanoma-specifica peggiore.
Le conclusioni
L’analisi multivariabile ha mostrato che il melanoma acrale lentigginoso, il melanoma lentigo maligna e l’aumento dello spessore di Breslow risultavano associati a una maggiore incidenza di recidiva locale.
I risultati dello studio hanno suggerito che l’escissione locale con margini di 5 mm per il melanoma T1a potrebbe non essere associata a un aumento del rischio di recidiva locale.
Lo spessore di Breslow superiore a 0,4 mm, il tasso mitotico superiore a 1/mm2 e i sottotipi di melanoma acrale lentigginoso e lentigo maligna sono stati invece associati a un rischio maggiore di recidiva.
Questi risultati, hanno concluso i ricercatori, possono essere utili per future linee guida sul trattamento del melanoma.
A. Maurichi, F. Barretta, R. Patuzzo et al., Association of Excision Margin Size With Local Recurrence and Survival in Patients With T1a Melanoma at Critical Structures, JAMA Dermatol. Published online April 12, 2023. Doi:10.1001/jamadermatol.2023.0620