La detersione tradizionale e orientale

Autore: Prof. Leonardo Celleno

Necessaria, indispensabile ma anche gratificante e catartica perché oltre alla pelle purifica anche l’animo. Da sempre utilizzata in mille modalità diverse da tutti i popoli del mondo, è un atto irrinunciabile che si arricchisce di valori e contenuti speciali. Oggi la detersione è alla base di tutti i trattamenti cosmetici e lo sviluppo tecnologico mette a disposizione numerose nuove risorse che rendono la pulizia e l’igiene personale un significativo momento di cura del sé. Tecnicamente la detersione ha il compito di rimuovere dalle superfici del nostro corpo quali pelle, pseudo-mucose, mucose, capelli, il cosiddetto “sporco”, che può essere di origine esogena e/o endogena. Lo sporco esogeno deriva dalla contaminazione ambientale mentre lo sporco endogeno è rappresentato dai detriti tessutali e dalle secrezioni sebacee. Di fatto, lo sporco esogeno si deposita sul e nel film idrolipidico (tab.1) e quindi la detersione deve obbligatoriamente rimuovere anche parte della prima barriera protettiva della pelle. Il film idrolipidico di superficie è composto per la maggior parte dal sebo, prodotto della ghiandola sebacea, principalmente trigliceridi, esteri cerosi, squalene, da sostanze acquose derivanti da sudorazione e traspirazione, da detriti cellulari e lipidi epidermici, da sostanze di derivazione batterica ed infine da sostanze esogene che derivano dall’ambiente circostante. Il film idrolipidico è essenziale per il mantenimento della fisiologia dell’omeostasi della pelle poiché determina ed influenza sia il livello di protezione e dunque la capacità di resistere agli agenti aggressivi (ambientali, chimici, tossici, batterici), sia il pH cutaneo e le proprietà plasto-elastiche della pelle e la sua idratazione.

I meccanismi generali della detersione

Questo atto cosmetico è dunque un alleato indispensabile per la nostra pelle, e non serve soltanto a pulirla, ma contribuisce in modo rilevante a migliorarla, sia dal punto funzionale che estetico. Uno degli errori che si commette più comunemente è quello di non pulire adeguatamente la superficie prima di procedere con i trattamenti successivi: limitarsi, ad esempio, a pulire il viso con la sola acqua, oppure utilizzare a caso il primo prodotto a disposizione (come, ad esempio, quello che si trova sul lavabo) determina il rischio di alterare il film idrolipidico e conseguentemente favorire l’insorgenza di irritazioni, secchezza e desquamazione e altri problemi. La detersione ideale, dunque, dovrebbe rispettare il più possibile il film idrolipidico di protezione, ed al tempo stesso dovrebbe rimuovere efficacemente lo sporco La detersione dei capelli implica, accanto alle necessità della comune detersione, anche obiettivi particolari come la rimozione dell’eccessiva desquamazione furfuracea, un’azione talora di controllo della microflora cutanea, ma soprattutto deve tener presente un substrato su cui agire non rappresentato solo dalla cute, ma anche dai capelli per cui sono necessarie alcune attenzioni formulative che in questo contesto tralasciamo.

Nel tentativo di ordinare i vari tipi di detergenti, questi possono essere suddivisi in: detergenti solidi (quali il sapone tradizionale e il syndet solido) e detergenti liquidi (quali il syndet liquido, il latte detergente, lo shampoo, il bagnoschiuma/docciaschiuma o il detergente intimo). I tensioattivi, per semplificare, possono essere intesi come sostanze dotate della capacità di diminuire le forze di attrazione tra due interfaccie, come tra solido e liquido o solido e solido   ovvero come tra grasso e lo sporco che vi è adagiato e che l’acqua porta via come nella detersione cosiddetta per contrasto. I tensioattivi sono comunemente divisi in quattro categorie sulla base del loro comportamento quando immersi in una soluzione acquosa. Operando una suddivisione per categoria chimico-fisica, i tensioattivi possono essere suddivisi in quattro sottoclassi: ANIONICI; CATIONICI; ANFOTERI; NON IONICI.

I TENSIOATTIVI ANIONICI sono costituiti da una porzione idrofila avente carica negativa. Sono utilizzati prevalentemente per i prodotti per la detergenza (sapone tradizionale o di Marsiglia, shampoo, bagnoschiuma). Sono degli ottimi detergenti, hanno un ottimo potere schiumogeno, non hanno un costo molto elevato. Chimicamente, sono dei Sali alcalini (in genere Sodio o Potassio) di acidi grassi deboli (oleico,stearico, laurico) più o meno derativizzati e si sciolgono facilmente in ambiente acquoso, generando delle soluzioni a pH alcalino. Alcuni tensioattivi anionici quali ad esempio i Laurilsolfati, ad alta concentrazione, possono essere aggressivi per la pelle. Tra i più comuni: Saponi semplici o modificati – Alchilsolfati, come i Laurilsolfati – alchil eteri solfati, come i laurileteri solfati – Acil isetionati – Acilglutammati – Condensati di proteine ed acidi grassi- Solfosuccinati – Alchil solfoacetati.

I TENSIOATTIVI CATIONICI  in soluzione presentano la testa idrofila con carica positiva. Non hanno un buon potere detergente, sono molto utilizzati in emulsioni cationiche. Non sono impiegati nelle formulazioni dei detergenti. Possiedono una notevole capacità sostantivante (si legano al substrato) e di controllo della carica batterica (buona attività batteriostatica). Proprio grazie alle loro proprietà sostantivanti e condizionanti, ed alla conseguente affinità con le cheratine, oltre che alla capacità di neutralizzare l’elettrostaticità presente sulla superficie del fusto pilifero, sono impiegati soprattutto nei prodotti per i capelli, determinando il cosiddetto “effetto balsamo”. Sono utilizzati anche per le loro proprietà antimicrobiche. Vengono utilizzati nei prodotti di igiene personale insieme ad altri tipi di tensioattivi quali gli anfoteri o i non ionici. Tra i più comuni: Alchilammonio (solfati, alogenuri, fosfati, succinati), Piridinio (alogenuri), Isochinolinio (alogenuri, saccarinati).

I TENSIOATTIVI ANFOTERI, in soluzione, possono assumere sia carica positiva che carica negativa a seconda del pH e possono quindi comportarsi sia come anionici che come cationici. Questi tensioattivi hanno un determinato potere schiumogeno, detergente e bagnante, posseggono una elevata tollerabilità cutanea e oculare. Spesso sono utilizzati in combinazione con i tensioattivi anionici allo scopo di ridurre l’aggressività di questi ultimi. Permettono di formulare prodotti stabili in un ampio intervallo di pH. I più utilizzati sono sicuramente le alchil amido propil betaine per la loro elevata dermocompatibilità e con la mucosa oculare. Tra i più comuni: Alchilbetaine, Solfobetaine, Alchil glicine, Amidoamine solfonate.

I TENSIOATTIVI NON IONICI, sono caratterizzati da molecole prive di carica. Sono buoni detergenti, sono in genere poco schiumogeni, hanno una elevata tollerabilità cutanea e sono altamente eudermici. Sono largamente impiegati come emulsionanti e solubilizzanti. Associati ad altri tensioattivi, conferiscono al prodotto per la detergenza caratteristiche maggior consistenza e persistenza della schiuma, maggior viscosità, elevata tollerabilità e una azione detergente delicata. Tra i tensioattivi non ionici i derivati del glucosio che hanno caratteristiche tali da poter essere impiegati anche da soli come detergenti primari, possiedono buone performance, sia per quanto concerne le proprietà detergenti sia per quanto riguarda la tollerabilità cutanea.Tra i più comuni:Esteri- MonoEsteri di Zuccheri – Polisorbato 20 – Alchil Glucosidi

Il sapone tradizionale

È bene chiarire che il cosiddetto sapone tradizionale, quello detto anche di Marsiglia, si differenzia dai syndet non tanto nella sua componente tensioattiva, perché in tal senso rilascia tensioattivi anionici,  i più potenti e “aggressivi”, quanto per il fatto che derivando dalla salificazione di acidi grassi deboli e basi forti, ha sempre ( anche nel caso di un sapone definito neutro ) un pH molto alcalino che può, a lungo andare danneggiare la pelle sovvertendo la sua naturale acidità ed il suo  microbiota .Tuttavia, per alcuni autori, le sostanze lipidiche di cui è costituito, ( di derivazione un tempo animale, oggi per lo più vegetali)  sarebbero utili nella ricostituzione del film idrolipidico. Didatticamente possiamo distinguere due differenti tipi di detersione per pelle e capelli: “per contrasto” e “per affinità.

Detersione per contrasto

Si avvale dell’uso di un sistema lavante composto da tensioattivi, sostanze che grazie alle loro caratteristiche fisico-chimiche si legano allo sporco, facilitandone la rimozione tramite l’acqua del risciacquo. Queste molecole sono caratterizzate da una estremità idrofoba o lipofila che si lega al film idrolipidico di superficie ed una idrofila che si lega all’acqua. Quindi, la parte idrofila del tensioattivo sarà immersa nell’acqua, mentre la parte lipofila sarà immersa nello sporco “grasso” (nel film idrolipidico); si formerà così con l’acqua una sorta di “emulsione”, che permetterà di distribuire e sospendere lo sporco nell’acqua. Tale miscela di goccioline di grasso in acqua verrà così allontanato dalla superficie cutanea. La formazione della schiuma, ovvero l’unione della fase liquida con la fase gassosa (aria), è in realtà un “effetto collaterale” dell’attività tensioattiva, che nell’immaginario collettivo rappresenta la capacità lavante del detergente. In realtà la schiuma è solo il risultato dell’azione dei tensioattivi utilizzati, non necessariamente indice di una maggiore efficacia del prodotto. Senza l’uso di un tensioattivo, l’acqua non sarebbe in grado di bagnare, cioè di avvolgere ed asportare lo sporco, ovvero il grasso ed inoltre, aggiungendo il tensioattivo, questo si collocherà fra l’acqua e lo sporco, abbassando la tensione superficiale dell’acqua e costringendola a “bagnare” la sostanza grassa. Detergenti tradizionali quali il sapone tradizionale ed i syndet (syntetic detergent) solido e liquido, ad esempio, agiscono attraverso questa modalità di “contrasto” molto efficace.

La seconda modalità di detersione, la detersione per affinità, invece, risponde al principio di rimuovere lo sporco cutaneo (ovvero una miscela di sostanze di natura lipidica) con sostanze simili, affini, lipidiche, senza l’utilizzo di tensioattivi. Le sostanze lipofile rimuovono facilmente, grazie all’azione meccanica con vari supporti, le sostanze ad esse affini, dunque, un olio o un latte detergente sono in grado di rimuovere il film idrolipidico e conseguentemente lo sporco in esso incluso in modo sicuramente più eudermico, ma è necessario porre attenzione allo sfregamento prodotto nell’atto della rimozione. In questo caso, è preferibile provvedere, dopo l’azione condotta con la rimozione meccanica, ad un risciacquo o ad un completamento della pulizia della pelle attraverso l’uso di lozioni specifiche, come i tonici.

Oggi sono disponibili numerosi detergenti per affinità sia come prodotti per la pulizia del cuoio capelluto quali lo shampoo oil, che prodotti destinati all’azione struccante quali i latti detergenti e gli struccanti solidi. Sebbene questo tipo di detersione sembri essere più fisiologico, è anche vero che abitualmente i prodotti utilizzati contengono accanto ai lipidi funzionali, anche altre sostanze necessarie alla formulazione del prodotto e alla sua gradevolezza, quali emulsionanti e conservanti. Tali sostanze se permangono sulla cute possono essere origine di effetti indesiderati quali la dermatite irritativa e talora la dermatite allergica da contatto (DAC). Ecco perché, mentre uno shampoo di questo tipo, che comunque prevede il risciacquo, è tollerato e ben funzionale, un prodotto quale uno struccante è sempre bene che sia seguito da un risciacquo che completi l’azione di pulizia e rimuova i residui del prodotto della cute.

I problemi connessi con la detersione

È comunque inevitabile che, qualunque tipo di detersione si adotti, questa rimuova il film idrolipidico su cui è immerso lo sporco. Una detersione troppo aggressiva, rimuovendo esageratamente la pellicola lipidica, può esporre direttamente all’ambiento esterno le cellule dello strato corneo e permettere il loro diretto contatto con sostanze irritanti, come accade nella dermatite irritativa delle mani della casalinga (la dermatite in assoluto  più diffusa )  , ove la cute delle mani appare anelastica, secca e presenta fissurazioni ragadiformi, talora molto dolorose. La cute, in questi casi, è più facilmente permeabile a sostanze estranee, che possono agire da antigeni ed innescare il meccanismo patogenetico dell’allergia da contatto. Inoltre, la pelle, priva delle difese biochimiche del film idrolipidico può andare più facilmente soggetta al sovvertimento del suo naturale microbiota e alle sovrainfenzioni. La detersione ideale dovrebbe quindi sì rimuovere lo sporco adagiato sul film idrolipidico, ma non asportarlo completamente per lasciare alla pelle la sua naturale indispensabile protezione. A tal proposito la cosiddetta “detersione orientale” sembra offrire interessanti prospettive.

LA DETERSIONE ORIENTALE

Tra le tendenze cosmetiche di maggior successo la detersione tradizionalmente utilizzata in Estremo Oriente, in particolare in Giappone, sta riscuotendo un crescente gradimento sia perché funzionalmente valida ma anche perché ben rappresenta e contiene tutti quei valori “trascendenti” l’atto igienico” che identifichiamo nella detersione. La detersione orientale si ispira alle antiche tradizioni orientali delle Geishe che trattavano la loro pelle dapprima con oli per rimuovere, per affinità, lo spesso strato di trucco bianco a matrice grassa che ornava il loro viso rendendolo simile alla pura porcellana, per poi passare all’uso di detergenti schiumogeni veri e propri.

La prima fase è dunque volta ad eliminare il make-up, ma anche altre impurità “a base lipidica” come lo smog ed altri contaminanti ambientali e tessutali. Per questo si inizia a trattare la pelle, ancora truccata, con un balsamo o un olio pensato ad hoc, passando il prodotto direttamente sul viso asciutto e massaggiando delicatamente, soprattutto nella zona T, ovvero naso, fronte e mento, occhi e labbra. Il massaggio sarebbe utile non solo per distribuire omogeneamente il prodotto e farlo penetrare meglio, ma anche per aumentare la circolazione ed ottenere una pelle più luminosa e soda. Il detergente oleoso, sostituendo il grasso della pelle, ben si presta per liberare i pori (gli sbocchi delle ghiandole sudoripare e gli osti follicolari) dalle impurità costituite da sudore, sebo e detriti cellulari, che causano fastidiosi inestetismi come, ad esempio, acne e punti neri. Chi soffre allora di pelle grassa e mista avrà sicuramente un concreto beneficio da questo e non si deve temere che l’applicazione di un olio su pelle grassa finisca per ingrassarla ancora di più perché all’olio seguirà l’applicazione di un detergente, stavolta tradizionale, ma delicato, che rimuoverà il grasso presente non più quello proprio della pelle, ma quello lasciato dal prodotto oleoso precedentemente applicato non più fortemente adeso alla cute come quello proprio. Anche nel caso di una pelle secca o particolarmente fragile e delicata, l’applicazione di un olio, per effettuare una prima pulizia si traduce in un beneficio perché questo proteggerà la pelle ipolipidica dall’azione dei detergenti tradizionali che agiscono per contrasto.

Il secondo momento prevede una detersione con un detergente a base di tensioattivi tradizionali schiumogeni, ma non aggressivi. È il momento di sciacquare via i detriti a base acquosa, quelli che l’olio non elimina, utilizzando un prodotto solido, in crema o in gel per creando delle mousse dense. Il detergente si applica sul palmo della mano e dopo aver prodotto abbondante schiuma si usano le dita per massaggiarla delicatamente sulla pelle del viso, con movimenti circolari fino a quando il make-up residuo non si è sciolto del tutto correttamente. Successivamente, si risciacqua con acqua tiepida e si asciuga il viso con un asciugamano morbido. Bisogna sempre tamponare e non strofinare il viso, e procedere poi con i successivi step volti all’idratazione.

Questo “double cleansing” dona benefici diversi a seconda delle ore del giorno in cui viene svolto. Infatti, al mattino serve a rimuovere il sebo accumulato dalla pelle; di sera, per rimuovere le impurità raccolte dalla pelle durante il giorno. Una maggior attenzione alla detersione, così come in quella di tipo “orientale”, sicuramente porterà beneficio alla sua salute ed all’ aspetto della pelle e lascerà anche un po’ più di tempo per godere di tutti quei valori intrinseci in questo fondamentale atto igienico e di cura di noi stessi. Per questo la detersione deve essere gradevole e, oggi, può essere anche piacevolmente delicatamente profumata, per arricchire e rendere ancor più gradevole la nostra esperienza sensoriale. L’importante è l’impiego di ingredienti selezionati e studiati perché si possa garantirne la loro sicurezza d’impiego  e validità di efficacia cosmetica.

Bibliografia

  • Celleno L., D’Amore A., “Igiene cosmetologica”, Guida alla dermatologia csmetologica – Vol.1- Percorsi editoriali  di Carocci editori S.P.A., pag. 111-117 (2000)
  • Madnani N, Khan K. “Hair cosmetics.” Indian J Dermatol Venereol Leprol. 2013 Sep-Oct;79(5):654-67.