Evitare l’esposizione al sole è obbligatorio in chi soffre di fotodermatosi; tuttavia, la necessità di una supplementazione orale con vitamina D non sembra riconosciuta. Le variazioni stagionali dei livelli di vitamina D e dei markers di formazione ossea sono stati indagati in individui sani e posti a confronto con lo status della vitamina D in pazienti che usavano la fotoprotezione. Venivano esaminati 34 soggetti, abitanti di una regione della Polonia (Lodz), alla visita basale, effettuata entro 2 settimane dal picco di esposizione solare delle vacanze, e dopo 8 e 16 settimane. Il gruppo dei pazienti che avevano fatto uso di fotoprotezione comprendeva 104 soggetti affetti da lupus eritematoso. Venivano misurati i livelli sierici di 25(OH)vitamina D, propeptide N-terminale del procollagene (PINP) e osteocalcina. La concentrazione sierica di 25-OH vitamina D risultava inferiore e la deficienza di vitamina D più comune nei pazienti che usavano fotoprotezione rispetto agli individui sani durante la stagione calda e fredda (p<0.05). Negli individui sani la carenza di vitamina D era prevalente dopo 8 e 16 settimane rispetto al basale (p<0.001). I livelli di PINP erano di 39,56 (30,51-53,22) ng/ml, ed elevati nel 50% degli individui, mentre l’osteocalcina era di 18,88 (13,52-21,33) ng/ml, ed entro il range di riferimento.
Gli autori concludono che la diagnosi di carenza di vitamina D e la supplementazione orale in pazienti che fanno uso di dispositivi di fotoprotezione dovrebbero essere inclusi nella pratica clinica quotidiana. Il picco dei livelli di 25-idrossivitamina D è probabilmente ottenuto grazie alla sintesi cutanea di vitamina D durante il periodo estivo e decade nel corso del tempo, a partire dal mese di agosto. Elevati livelli di PINP appaiono in linea con il processo di rimodellamento osseo legato all’età.
Bogaczewicz J, Karczmarewicz E, Pludowski P, et al. Int J Dermatol. 2016; 55 (4): 176-183.