Fotoprotezione per tutti: lacune e opportunità attuali

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Gli effetti della radiazione solare sulla pelle umana differiscono in base al fototipo della pelle, alla presenza o assenza di fotodermatosi, alla capacità biologica di riparare i danni al DNA, alla lunghezza d’onda, all’intensità dell’esposizione al sole, alla latitudine geografica e ad altri fattori, sottolineando la necessità di un approccio più personalizzato alla fotoprotezione.

Fotoprotezione: non solo danni da radiazioni UV

Ad oggi, l’obiettivo delle linee guida sulla fotoprotezione è stato quello di prevenire le scottature solari e i danni al DNA indotti dalle radiazioni UV, sia UVB che UVA. Tuttavia diversi studi recenti hanno dimostrato che la luce visibile genera anche specie reattive di ossigeno e azoto che possono contribuire al danno cutaneo e alla pigmentazione della pelle, in particolare nelle persone con pelle di colore. Pertanto, gli individui con la pelle scura, mentre naturalmente sono più protetti dai raggi UVB in virtù dell’alto contenuto di eumelanina nei melanociti, potrebbero richiedere una protezione aggiuntiva dai danni alla pelle indotti dalla luce visibile. Le attuali opzioni per i prodotti di fotoprotezione devono essere ampliate e le potenziali strategie contro la luce visibile includono l’aggiunta di ossido di ferro, biossido di titanio e antiossidanti biologicamente rilevanti alle formulazioni per la protezione solare, nonché l’integrazione con antiossidanti attivi per via orale.

Darrell S. Rigel, Henry W. Lim, Zoe D. Draelos, Teresa M. Weber, Susan C. Taylor; 20 dicembre 2021: Vol 86 num.3 DOI: https://doi.org/10.1016/j.jaad.2021.12.023