Fast beauty o slow beauty?

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In questo periodo dell’anno le riviste di moda non risparmiano suggerimenti sul come rimettersi in forma dopo l’inverno e prepararsi ai new trends di abbigliamento, acconciatura e trucco della bella stagione. Non e infrequente allora l’arrivo nei nostri studi di un tipo di persona, più spesso di genere femminile, con almeno una di queste caratteristiche: età tra i 40 e i 50, pelle abbronzatissima, sigaretta facile, smartphone iperattivo, taglia 40. La richiesta e più o meno sempre la stessa: ≪Mi vedo invecchiare, mi faccia qualcosa, qualcosa di efficace, duraturo, immediato…≫. Approfondendo la visita scopriremo spesso che questa persona fa ricorso a farmaci psicoplegici, mangia poco e male, beve poca acqua, non pratica attività ginnica regolare e, pur stando sempre in mezzo a tanta gente, si sente sola.

Ma in medicina, come nella vita, non esistono scorciatoie, neppure per la bellezza. Il nostro armamentario e sempre più aggiornato e agguerrito ma, da veri medici, sappiamo che la risposta più efficace e autentica a una richiesta di bellezza non sta solo nell’applicazione eccellente di una procedura, ma nella rivisitazione di uno stile di vita. E qui sta la vera difficolta della nostra professione, sapersi prendere in carico una persona nella sua interezza, in modo “olistico” e curarne il benessere a 360 gradi. Voglio ricordare a questo riguardo l’editoriale, vero manifesto dell’Estetica medica, comparso nel 1977 sul primo numero della rivista La Medicina Estetica, a firma di Carlo Alberto Bartoletti, che in epoca pretecnologica teorizzava un ruolo prevalentemente preventivo di questa particolare branca della professione medica.

La bellezza si costruisce nel tempo, giorno per giorno. La costruiscono anzitutto nell’infanzia e nell’adolescenza i genitori, il cui ruolo non si può limitare a donare un patrimonio genetico, ma deve estendersi a educare, soprattutto con l’esempio, alla corretta alimentazione, a un’attività fisica regolare e gioiosa, alla cura dell’igiene personale, a relazioni interpersonali limpide. La si mantiene nella vita adulta imponendosi anzitutto di rispettare e proteggere il tesoro prezioso del proprio corpo con uno stile di vita sano: e ancora oggi valido il binomio di eccellenza καλος καγαθος (bello e buono) ereditato dalla cultura classica. La bellezza infine la costruisce e la mantiene, correggendo le inevitabili manchevolezze ereditate con il proprio patrimonio biologico, non il medico compiacente che promette “tutto, subito e senza dolore”, venditore di illusioni più simili a rituali magici d’epoca medievale che alle moderne conquiste della scienza, ma il professionista dell’estetica medica autentico e qualificato, capace di guidare le richieste del paziente ‒ anche a costo di assumere posizioni ruvide e severe ‒ e di soddisfarle con competenza ed etica.

Angela Faga