All’inizio del XX secolo, il viso era la sede predominante della cellulite. Nonostante una relativa diminuzione dell’incidenza della cellulite facciale, è ancora comune. Ci sono pochi studi su questa condizione negli ultimi decenni.
Lo studio
Descrivere le caratteristiche eziologiche e cliniche contemporanee di pazienti ricoverati in ospedale con cellulite facciale non suppurativa. I pazienti sono stati inclusi in modo prospettico. Sono stati registrati dettagli clinici, comorbidità e risultati biochimici. Le indagini includevano colture di tampone cutaneo e sangue e test per gli anticorpi streptococcici durante le fasi acute e convalescenti.
Sono stati inclusi 65 pazienti. La sierologia, le colture e la risposta alla monoterapia con penicillina hanno identificato un’eziologia probabile o confermata degli streptococchi β-emolitici (BHS) nel 75% (49/65) dei casi. Comorbidità significative erano presenti nel 54% (35/65). Febbre, brividi o brividi prima o al momento del ricovero sono stati rilevati nel 91% (59/65).
I pazienti presentavano il più delle volte eritema nettamente delimitato e bordi rialzati (54/64). La penicillina o la penicillina resistente alla penicillinasi, da sole o in combinazione, ha curato il 68% (44/65) dei pazienti. La clindamicina supplementare è stata utilizzata nel 28% (18/65), il più delle volte solo per 1-3 giorni. Solo quattro pazienti avevano bisogno di un secondo ciclo di antibiotici. Il fallimento clinico è stato osservato più spesso nei pazienti con eziologia non BHS (p = .037). Sono state notate poche complicazioni; il 14,5% (9/62) ha manifestato diarrea transitoria, e solo uno aveva confermato l’infezione da Clostridium difficile. Nessun paziente ha sviluppato trombosi del seno venoso cerebrale e non ci sono stati decessi.
In conclusione, i risultati indicano che la BHS, quindi streptococchi β-emolitici è la principale causa di cellulite facciale. La maggior parte dei pazienti mostra lesioni nettamente delimitate e sintomi sistemici. Gli antibiotici β-lattamici a spettro ristretto e una breve degenza ospedaliera sembrano sufficienti. Sono state osservate poche complicazioni e bassi tassi di recidiva.
Eivind Rath, Steinar Skrede, Haima Mylvaganam, Trond Bruun; 2018 gennaio;50(1):27-34. doi: 10.1080/23744235.2017.1354130. Epub 2017 2 agosto