Nel complesso, i pazienti con lupus eritematoso cutaneo, con o senza lupus sistemico, così come quelli con dermatomiosite, dimostrano impatti negativi sulle componenti sia emotive che sintomatiche della qualità della vita. Le donne sono prevalentemente colpite e sono predisposte a contrarre queste malattie con maggiore frequenza.
Le famiglie dei pazienti con queste malattie autoimmuni sono colpite dai gravi effetti della malattia, dai regimi terapeutici che sopprimono l’immunità e dal costo delle malattie in termini di capacità lavorativa e costo dei farmaci.
Gli studi
Le interazioni tra le specialità mediche sono fondamentali per far progredire sia la comprensione scientifica che le opzioni terapeutiche per le malattie autoimmuni come il lupus eritematoso e la dermatomiosite. Ci sono stati numerosi progressi nella comprensione clinica e traslazionale del lupus cutaneo e della dermatomiosite, che colpiscono entrambi in modo sproporzionato le donne.
Questi progressi hanno comportato collaborazioni in corso tra dermatologia e reumatologia che evidenziano l’importanza della pelle in questi disturbi, con il miglioramento della formazione dei tirocinanti e della gestione clinica di queste complesse malattie multisistemiche. Inoltre, una nuova classificazione della malattia ha consentito l’inclusione di pazienti con dermatomiosite a predominanza cutanea, frequentemente associata a reperti sistemici, nello spettro delle miopatie infiammatorie idiopatiche. Le misure di esito convalidate consentono la ricerca traslazionale e facilitano il progresso verso terapie migliori e più mirate.
Studi clinici che utilizzano strumenti di gravità della malattia, come l’area e l’indice di gravità del lupus eritematoso cutaneo e l’area della malattia e l’indice di gravità della dermatomiosite cutanea, consentono la misurazione del miglioramento della pelle. I recenti risultati degli studi di fase 2 e 3 mostrano chiaramente che i pazienti trarranno beneficio dalle interazioni e dagli studi collaborativi tra dermatologia e reumatologia.
Victoria P. Werth MD, Anca D. Askanase MD, Ingrid E. Lundberg MD; Dicembre 2021; https://doi.org/10.1016/j.ijwd.2021.09.002