Da dicembre 2019, inizialmente a Wuhan, Cina, sono stati riportati casi di polmonite interstiziale.
Il patogeno è un nuovo Coronavirus, chiamato SARS-CoV-2 (per la Sindrome respiratoria acuta severa, isolato nelle basse vie respiratorie dei primi pazienti affetti e pertanto denominato COVID-19 (Coronavirus Disease 2019) (1).
Questo virus si è rapidamente diffuso dalla Cina in tutto il mondo, dando luogo a uno stato di pandemia.
Nel mese di marzo, il paese maggiormente colpito dalla pandemia era l’Italia del Nord.
I Dermatologi ospedalieri sono stati coinvolti in prima linea nelle stazioni di Triage e nei Reparti, per mancanza di Personale medico.
Il sospetto di COVID-19 è principalmente fatto su segni clinici (febbre, affaticamento, tosse secca, anoressia, dispnea, rinorrea, ageusia, anosmia), su parametri vitali (temperatura, saturazione dell’ossigeno) e su esami radiologici (radiografia, TAC toracica). I parametri ematochimici spesso dimostrano linfopenia e LDH elevato.
Il tampone nasofaringeo e orofaringeo, che consente l’isolamento del virus, conferma la diagnosi.
Finora non ci sono dati in letteratura sulle manifestazioni cutanee e COVID-19 (2).
Attualmente numerose associazioni dermatologiche sono attivamente impegnate nella raccolta dati delle manifestazioni cutanee concomitanti all’infezione da COVID-19 (come Sidemast, Isplad e AIDA).
Nella Lettera all’Editore alla rivista JEADV (3), in un ospedale di Lecco sono stati valutati 148 pazienti positivi.
Non sono state scattate foto cliniche a causa dell’alto rischio infettivo. Sono stati esclusi 60 pazienti che avevano usato qualsiasi nuovo medicinale nei 15 giorni precedenti.
Dai dati raccolti su 88 pazienti, 18 pazienti (20,4%) hanno sviluppato manifestazioni cutanee.
8 pazienti hanno sviluppato un coinvolgimento cutaneo all’inizio, precedentemente il ricovero, mentre 10 pazienti durante il ricovero.
Le manifestazioni cutanee consistevano prevalentemente in rash cutanei (14 pazienti), orticaria diffusa (3 pazienti) e dermatite caratterizzata da vescicole simil-varicella (1 paziente).
Il tronco era la principale regione corporea coinvolta. La sintomatologia pruriginosa era poco significativa o assente e di solito le lesioni guarivano in pochi giorni. Apparentemente non c’era alcuna correlazione con la gravità della malattia.
Analizzando questi dati, possiamo ipotizzare che le manifestazioni cutanee, al momento non siano patognomoniche, ma piuttosto siano simili al coinvolgimento cutaneo che si verifica durante le comuni infezioni virali.
Jin YH, Cai L, Cheng ZS et al. A rapid advice guideline for the diagnosis and treatment of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) infected pneumonia (standard version). Mil Med Res. 2020;7:4.
Wang D, Hu B, Hu C et al. Clinical Characteristics of 138 Hospitalized Patients With 2019 Novel Coronavirus-Infected Pneumonia in Wuhan, China. JAMA. 2020 Feb 7. doi: 10.1001/jama.2020.1585.
S. Recalcati. Cutaneous manifestations in COVID‐19: a first perspective. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2020 Mar 26. doi: 10.1111/jdv.16387
di Rossana Capezzera