Antibiotici e acne, usare con cura

Teenage girl applying cream on her faceL’Italia è il quinto Paese al mondo per consumo di antibiotici, secondo le stime riferite al 2013 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) e anche i dati OsMed del 2014 confermano un uso inappropriato, in particolare nella cura delle infezioni delle vie respiratorie e dell’influenza. Ma tra le patologie per cui se ne fa il maggiore abuso vi è anche l’acne, malattia che interessa in particolar modo gli adolescenti, con una prevalenza del 70-80%. Pazienti con cui spesso è difficile mantenere una corretta aderenza alla terapia e che ricorrono agli antibiotici senza controllo medico. Di questo problema si è parlato anche all’Acne&Rosacea Days, svoltosi a Milano il 6 e il 7 novembre. Se infatti la prudenza è sempre raccomandata, diventa un obbligo quando le terapie sono indirizzate agli adolescenti. «Recentemente anche l’American Academy of Dermatology ha sottolineato come impiegare gli antibiotici con cautela e solo nelle forme più gravi della patologia ‒ ha spiegato Stefano Veraldi, direttore della Scuola di specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università di Milano e organizzatore del Congresso. ‒ Da evitare in particolare è l’uso concomitante di antibiotici orali e topici, specialmente per le terapie croniche». Il Propionibacterium acnes spesso sviluppa una resistenza crociata ai due antibiotici topici maggiormente impiegati per il trattamento di questa patologia: l’eritromicina e la clindamicina. Il fenomeno interessa un numero non esiguo di pazienti in Italia.

L’uso prudente degli antibiotici ‒ è stato ricordato dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) in occasione della Giornata europea degli antibiotici ‒ può contribuire a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti e ad aiutare a mantenere l’efficacia di questi farmaci perché possano essere utilizzati dalle generazioni future.