Trattamenti topici, nuove tendenze nel 2017

Attractive girl putting anti-aging cream on her faceDa quanto emerso dall’ultimo congresso della Società europea di dermatologia e venereologia (EADV), tenutosi all’inizio di autunno a Vienna, si possono intravedere numerose novità e nuove tendenze per la dermatologia e dermocosmetologia da verificare nei prossimi mesi. Se lasciamo da parte i nuovi biologici e le small molecules che saranno utilizzati nelle principali patologie dermatologiche (psoriasi, dermatite atopica, tumori cutanei) di cui parleremo in altre occasioni, vediamo come il mercato dei trattamenti topici stia lentamente mutando. Infatti, anche i dermocosmetici tendono a essere sempre più cosmeceutici (indipendentemente dai limiti legislativi) e quindi più vicini ai farmaci sia come efficacia sia come metodologia di sviluppo. Cambiano anche molti aspetti formulativi nella misura in cui i prodotti avranno più funzionalità sia per migliorare l’efficacia che per ridurre le modalità di applicazione.

Anche i filtri solari non saranno solamente dei protettori dai raggi UV, ma conterranno molecole adiuvanti in grado di inibire la formazione di radicali liberi ed esercitare attività lenitiva e riparatrice sui possibili danni indotti dall’esposizione solare, a cominciare da quelli indicati per la prevenzione delle cheratosi attiniche. Al di là della protezione solare ci sarà più consapevolezza dei danni indotti da altri fattori ambientali quali l’inquinamento prodotto dai fumi industriali e dal traffico. In modi diversi, anche queste sostanze possono indurre una reazione infiammatoria, subliminale ma duratura, che può portare all’invecchiamento cutaneo. È necessario quindi sviluppare protocolli di prevenzione e trattamento per bloccare il processo degradativo mediato, anche in questo caso, da diverse citochine pro-infiammatorie e specie reattive dell’ossigeno.

In associazione alle terapie topiche ci saranno sempre più metodiche non-invasive o minimamente invasive, che agiranno in sinergia con i topici al fine di migliorarne l’efficacia terapeutica. Non solo peeling fisici o scrub meccanici ma anche luci LED di nuova generazione per stimolare la reazione cellulare e l’interazione topico/tessuto.

Per quanto riguarda gli aspetti meno scientifici e più di marketing (dal punto di vista del consumatore) noi medici dovremmo essere preparati a confrontarci con i pazienti che magari incominceranno a usare cosmetici vegani o cosmetici halal. Mentre per i primi, che personalmente ritengo siano solo una moda e non possano avere una vera credibilità scientifica nel lungo termine, per i cosmetici halal invece la situazione è diversa in quanto questi sono certificati da veri e propri organismi internazionali che ne approvano la composizione e di conseguenza la qualità. In realtà, le sostanze proibite nei cosmetici halal sono realmente poche e il processo di certificazione è molto complesso e laborioso. Ne consegue che il cosmetico halal è un prodotto sicuro e controllato. Questo spiega la diffusione di questi prodotti non solo nel mondo islamico ma anche fra i consumatori non islamici. Infatti, questi prodotti incominciano ad apparire nelle grandi catene di distribuzione e nei supermercati italiani a uso e beneficio di tutti i consumatori.