Secondo una ricerca condotta nell’anno 2015 dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con IPR Marketing, sulla diffusione del tatuaggio nel nostro Paese, è emerso che lo 0,5% di coloro che si sono approcciati a questo mondo, lo ha fatto per ragioni medicali. Il tatuaggio, infatti, può essere utile anche per ragioni mediche, come nella ricostruzione dell’areola mammaria in donne che hanno subito una mastectomia a seguito di tumore. Lo sa bene il professor Pierluigi Santi, direttore della Scuola di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria San Martino di Genova – Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, azienda presso la quale è possibile accedere a questo servizio in regime di Sistema sanitario nazionale. «La ricostruzione dell’areola nel post operatorio è un processo complesso, che fino a oggi è stato portato avanti utilizzando per esempio innesti di cute presi da altre parti del corpo, con conseguenze cicatriziali recepite male dalla paziente che ha già subito un’operazione importante. Con l’uso della micropigmentazione medicale questo problema viene bypassato. Presso il nostro Ospedale utilizziamo un protocollo tecnico-clinico messo appunto ad hoc con la DDproject, azienda medicale di Genova». Grazie a questo protocollo è possibile ottenere un’areola tridimensionale, quindi molto vicina a quella naturale. Ovviamente i pigmenti utilizzati per questo genere di tatuaggio sono del tutto differenti da quelli in commercio per i tatuaggi tradizionali: sono stabili e testati per intolleranze e allergie da un laboratorio di Monaco, il Dermatest, che li ha certificati con il punteggio più alto. Inoltre sono conservati sotto vuoto e aderenti alle più recenti normative europee. Anche la gamma cromatica è molto ricca, per potersi adattare al meglio alla pelle delle donne che si sottopongono a questo genere di trattamento. «Ovviamente, per poter applicare al meglio il protocollo, c’è bisogno di una nuova figura professionale, che possa raccogliere la fiducia dell’equipe medica con cui deve lavorare. Ecco dunque che con la DDproject, abbiamo fondato la prima Accademia della micropigmentazione».