Tutto quello che è compreso sotto l’ampio concetto di prevenzione è fondamentale per contrastare il naturale invecchiamento psico-fisico. Talvolta chi si rivolge al medico di medicina estetica chiede una correzione dell’aspetto esteriore, che riporti un effetto anti-età. È utile in questo caso andare oltre, offrendo al paziente una visione più ampia, così che la prevenzione diventi il primo passo per affrontare al meglio il naturale processo di invecchiamento verso cui si è destinati. Come noto, infatti, la prevenzione è ormai da molti anni uno dei capitoli maggiori della medicina, e lo è anche, a maggior ragione, per una medicina fisiologica come quella che presidia gli aspetti non patologici dell’invecchiamento.
Il corso ECM “Il ruolo della prevenzione in medicina antiaging” coordinato da Giovanni Salti, specialista in Chirurgia, Master in Chirurgia plastica estetica, propone l’aggiornamento sugli aspetti preventivi che possono permettere un fisiologico mantenimento di uno stato di benessere il più a lungo possibile. I crediti formativi previsti sono 12.
L’attenzione costante che si pone oggi al mantenimento di una integrità psico-fisica nel corso degli anni e le accresciute conoscenze di fisiologia hanno dato origine, negli ultimi 10 anni, a una branca della medicina dedita allo studio delle possibili metodiche utili a contrastare l’invecchiamento fisiologico. Spiega Salti: «Se fino a poco tempo fa mancava un apparato scientifico a supporto del concetto di rallentamento dell’invecchiamento, recentemente si assiste alla validazione di questi concetti e di alcuni principi. Si parla di antiaging, ma forse sarebbe più corretto di parlare di pro-aging, nel senso di accompagnare al meglio, da un punto di vista fisico, psicologico, e medico un fenomeno ineluttabile come il passare del tempo. Cercando di utilizzare tutte le risorse che sono disponibili per ridurre l’impatto dell’invecchiamento, arrivandoci in salute».
L’argomento è di interesse trasversale, per tutti i medici, di diverse specialità. Se il concetto di prevenzione delle malattie, attraverso screening e controlli periodici, è più radicato nella popolazione e conosciuto dai medici, quello che consideriamo antiaging è un approccio diverso, teso a migliorare la qualità di vita di persone sane. «Ormai si sa che l’organismo è in grado di rigenerare periodicamente quasi tutte le sue componenti: pertanto si deve agire, su più fronti, per amplificare e mantenere efficienti le capacità rigenerative del corpo ‒ osserva Salti. ‒ Scopo finale è un invecchiamento sano e corretto, dal punto di vista dell’alimentazione, dell’attività fisica, della gestione dei danni da radiazione solare, nel rispetto delle diversità tra uomo e donna».
I concetti trattati nel corso ECM, rientrano in quello che l’OMS considera stato di benessere, oltre l’assenza di malattia. «Il concetto di benessere in età avanzata – sottolinea Salti – vuol dire invecchiare bene: un’idea semplice apparentemente, ma su cui si deve lavorare con anticipo, prima di arrivare alla vecchiaia».
Il corso si compone di quattro moduli, che riprendono argomenti fondamentali per approfondire il concetto di pro-aging. «Si tratta dei punti su cui ciascuno può agire concretamente per migliorare il proprio stato di salute, mantenere efficiente l’organismo, avere anche un aspetto più giovane, lavorando sulle naturali capacità rigenerative – specifica il responsabile scientifico del corso. – Si parlerà dunque di alimentazione, attività fisica, cosmeceutica, con un finale approfondimento sulle differenze tra uomo e donna».
Il primo modulo, “Alimentazione e integrazione”, affronta un tema fondamentale per i meccanismi di aging e il loro possibile contrasto. Pier Luigi Rossi, specialista in Igiene e medicina preventiva e Scienza dell’alimentazione, affronta i concetti di basso introito calorico, che ormai è universalmente riconosciuto essere il miglior sistema per allungare la aspettativa di una buona qualità di vita, e quello di qualità alimentare. «Una chiave per contrastare alcune delle patologie legate all’invecchiamento ‒ spiega Salti ‒ con strumenti anche moderni come la nutrigenomica. Le molecole contenute in alcuni alimenti infatti hanno la possibilità di impattare sul patrimonio genetico delle cellule, modificando l’espressione genica in funzione della assunzione alimentare».
«Il concetto fondamentale alla base del secondo modulo – dal titolo ”Attività motorie” e curato da Francesco Borghi, medico, specialista in Scienze motorie, docente dell’Università degli studi di Milano – è che viviamo in una società su ruote con attività lavorative sedentarie, che portano le persone a muoversi troppo poco. Abbiamo così perso confidenza con il nostro corpo, rivolgendosi solo ad attività intellettuali. Se l’attività fisica non è più naturalmente parte del quotidiano, va allora integrata. «Ecco allora che il medico deve approfondire nello specifico le possibilità offerte dal nostro corpo ‒ sottolinea Salti ‒ e le attività motorie che possono permetterci di mantenere efficiente la nostra macchina fisiologica, in base anche all’età anagrafica».
Il terzo modulo, a cura di Marzia Caproni, specialista in Dermatologia, Immunologia e Allergologia clinica e docente dell’Università degli studi di Firenze, tratterà degli interventi dermocosmetici e cosmeceutici che, uomini e donne, possono mettere in atto per prevenire, con strumenti di facile gestione, l’aspetto esteriore dell’invecchiamento. «Essendo la pelle a contatto con il mondo è l’organo attraverso cui dimostriamo lo stato di invecchiamento. È utile approfondire quanto questo sia correlato con uno stato di salute generale interno ‒ riassume Salti. ‒ Inoltre l’approccio dermocosmetico e dermatologico tradizionalmente è impostato sulla pelle della donna; come se l’uomo non avesse necessità di mantenere un aspetto giovane». Oggi la scienza cosmetica offre una infinità di presidi ed è quindi utile fare ordine e cercare di capire cosa è realmente utile.
Il quarto modulo infine servirà per esplorare in maniera scientifica insieme ad Antonino Pulvirenti, specializzato in Geriatria, esperto in Medicina estetica, quali sono le differenze realmente sostanziali nei meccanismi di invecchiamento fra uomo e donna e come affrontarle: «Differenze che ‒ conclude Giovanni Salti ‒ sono non solo a livello anatomico e scheletrico, ma soprattutto a livello ormonale: questa componente infatti si modifica, con l’età, in modo sostanziale e molto differente tra uomo e donna. Pertanto comprendere le caratteristiche ormonali di uomo e donna permette anche di impostare un corretto consiglio di integrazione per migliorare le attività metaboliche».