Il Consiglio nazionale delle ricerche ha progettato e condurrà uno studio che darà informazioni importanti sull’infezione da SARSCoV-2 e sulla conseguente risposta immunitaria. Si valuterà la presenza di anticorpi in 10.000 partecipanti volontari che potranno recarsi in uno dei sette centri prelievo. Lo studio darà anche informazioni sulla risposta alla vaccinazione, sulla relazione tra genotipo e sulla suscettibilità all’infezione e risposta immunitaria
Il Consiglio nazionale delle ricerche ha avviato il progetto SerGen-Covid-19, su proposta e coordinamento del direttore del Dipartimento di scienze biomediche (Cnr-Dsb) Daniela Corda in collaborazione con i direttori Mario De Felice, Giorgio Iervasi e Giovanni Maga. Lo studio vede coinvolti vari istituti del Cnr e il Centro interdipartimentale per l’etica e l’integrità nella ricerca.
“Il Cnr-Dsb ha disegnato uno studio sulla risposta immunitaria all’infezione o alla presenza del virus SarsCov-2 che coinvolgerà vari dipartimenti e che darà nel tempo informazioni importanti ed accurate sulla risposta all’infezione. Si valuterà la presenza di anticorpi nel siero dei partecipanti allo studio per seguire l’esposizione della popolazione al virus”, spiega il presidente del Cnr Massimo Inguscio. “La seconda parte dello studio, fra 10 o 12 mesi, darà poi anche informazioni sulla risposta alla vaccinazione. Dai prelievi di sangue si potrà costruire una genoteca che permetterà di valutare possibili alterazioni o caratteristiche genetiche associate alla suscettibilità alla malattia o alla resistenza all’infezione”.
SerGen-Covid-19 avrà una durata di almeno due anni e mirerà come scopo più particolare “alla realizzazione di una raccolta dati su larga scala relativa a una coorte di partecipanti idonea per studi retrospettivi e prospettici in ambito COVID-19”, prosegue Daniela Corda. “A partire da 100.000 partecipanti reclutati nell’ambito dello studio EPICOVID-19 nella primavera del 2020, disponibili a essere ricontattati per ulteriori studi, verranno selezionati su base volontaria 10.000 partecipanti. I volontari potranno recarsi presso uno dei sette centri individuati su base nazionale (Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Lazio, Toscana, Lombardia), per un prelievo di sangue che sarà ripetuto dopo 5 e 10 mesi”.
SerGen-Covid-19 si propone anche come un’indagine genetica sulla risposta all’agente eziologico del COVID-19. “Questo studio consentirà di: valutare la modificazione della sieropositività nel tempo; identificare biomarcatori del tipo di risposta all’infezione; valutare l’effetto delle procedure vaccinali sull’andamento temporale della sieroprevalenza” conclude Corda. “Inoltre consentirà di costruire una sieroteca e una genoteca che seguiranno gli stringenti standard della infrastruttura pan-europea di biobanche e risorse di ricerca biomolecolare (BBMRI)”.
“I fondi per lo studio provengono dalla dotazione dell’Ente e l’indagine verrà condotta in collaborazione con colleghi universitari e ospedalieri, secondo la visione strategica del Cnr di una ricerca scientifica attenta ai bisogni della società”, conclude il presidente Inguscio. “E secondo la strategia di finanziamento delle Linee Guida per il Piano triennale Cnr intitolate ‘La ricerca per la ricostruzione’, nelle quali è stata introdotta Progetti di Ricerca @CNR, una misura di finanziamento dedicata alla progettualità dei ricercatori dell’ente, che va dalle priorità della biomedicina in tempi di pandemie alle filiere agro-alimentari dopo il Covid-19. Progetti @CNR ha visto un’ampia partecipazione dell’Ente, con oltre 700 progetti presentati”.