I filtri UV organici sono composti che assorbono i raggi UV grazie alla loro struttura chimica altamente coniugata. Nel corso dell’ultimo secolo, con lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei danni alla pelle causati dalle radiazioni UV, è aumentata la richiesta di filtri UV organici, che possano essere utilizzati non solo nelle creme solari, ma anche all’interno di altri prodotti per la cura personale.
Tuttavia, la produzione massiccia e l’utilizzo di questi filtri UV organici ha portato ad un elevato rilascio nell’ambiente acquatico, creando così un importante gruppo di contaminanti emergenti. Considerando la presenza diffusa di queste molecole non solo nell’acqua ambientale, ma anche nei sedimenti, nel suolo e persino nella polvere interna, la minaccia per la salute degli organismi viventi è stata oggetto di indagini attive.
In questo articolo di revisione, i ricercatori riassumono con una sintesi generale le conoscenze esistenti sui rischi dei filtri UV organici, dagli aspetti riferiti agli impatti ambientali, a quelli riguardati la salute umana.
Per quanto riguarda l’ambiente, è stato dimostrato che alcuni filtri UV organici si “bioaccumulano” in diversi tipi di organismi acquatici e inoltre presentano effetti negativi su diversi tipi di modelli animali.
Gli studi tossicologici, compresi gli studi in vivo e in vitro, risultano essere mezzi importanti ed efficaci per accertare gli effetti e i meccanismi dei filtri UV sia sull’ecosistema che sull’uomo; tuttavia sorgono preoccupazioni successive su come tali composti potranno eventualmente influenzare la salute umana a lungo termine.
Questa recensione si conclude suggerendo future linee di ricerca basate sulle restanti lacune di conoscenza.
Sci Total Environ- Feb 10;755(Pt 1):142486 (2021)