Lo svezzamento precoce per prevenire l’insorgenza di dermatite atopica nei piccoli

0
1329

I dati epidemiologici sulle pratiche di alimentazione infantile e sulle malattie allergiche sono controversi. Lo scopo di questo studio era di esplorare l’associazione tra lo svezzamento precoce e l’insorgenza di dermatite atopica (AD).

Lo studio

È stato condotto uno studio caso-controllo abbinato sull’AD diagnosticato dal medico nella prima infanzia, inclusi 451 casi e 451 controlli. I dati su diversi fattori, comprese le pratiche di alimentazione, sono stati raccolti attraverso un questionario somministrato da un intervistatore.

Gli odds ratio (OR) e i corrispondenti intervalli di confidenza al 95% (CI) sono stati stimati attraverso modelli di regressione logistica, condizionati dal centro di studio, dall’età, dal sesso e dal periodo di intervista e aggiustati per potenziali fattori confondenti.

Lo svezzamento precoce, definito come l’introduzione di cibi solidi a 4 o 5 mesi di età, era inversamente correlato al rischio di AD, con bambini svezzati a 4 mesi con un rischio di AD inferiore (OR = 0,41, IC 95%, 0,20- 0,87) rispetto a quelli allattati esclusivamente al seno. Risultati simili sono stati osservati per lo svezzamento iniziato a 5 mesi di età (OR = 0,39, IC 95%, 0,18-0,83).

Questa associazione persisteva quando i bambini con e senza storia familiare di allergia venivano considerati separatamente. L’allattamento al seno parziale prolungato (latte materno più latte artificiale) non era associato all’AD. Coerentemente, l’introduzione di un numero elevato di cibi solidi diversi ha ridotto il rischio di AD (Trend P = 0,02 a 4 mesi e trend P = 0,04 a 5 mesi).

Conclusione

I dati forniscono prove contro il ruolo di prevenzione dell’allattamento al seno esclusivo (ma non parziale) prolungato nell’insorgenza di AD e confermano risultati recenti che indicano un ruolo benefico dello svezzamento precoce nell’AD.

F Turati, P Bertuccio, C Galeone, C Pelucchi, L Naldi, JF Bach, C La Vecchia, L Chatenoud, Gruppo di studio IGIENE.2016 giu;71(6):878-88. doi: 10.1111/all.12864