Le sorprese della tossina botulinica

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L’effetto distensivo della tossina botulinica sui lineamenti del viso, tanto efficace contro le rughe da essere un punto di riferimento in medicina estetica ai fini del ringiovanimento del terzo superiore, non costituisce l’unico beneficio del suo utilizzo. Secondo quanto emerso da uno studio condotto da due medici dell’Università di Ottawa e dell’Università di Toronto, pubblicato pochi mesi fa su Jama Facial Plastic Surgery, migliorerebbe anche la resistenza e l’elasticità della pelle. I due ricercatori canadesi hanno sottoposto 43 donne dell’età media di 55 anni a trattamento con Onabotulinum toxin A, mediante iniezioni intradermiche a livello delle rughe glabellari, sopraorbitali e perioculari e le hanno seguite per quattro mesi, misurando a determinati intervalli di tempo alcuni parametri cutanei. I risultati evidenziano una alterazione delle proprietà biomeccaniche della pelle attribuibili all’effetto della tossina, escludendo quindi reazioni secondarie dovute a infiammazione o edema a livello del sito di iniezione.

La ricerca non ha studiato il meccanismo di azione, ma un altro studio del 2014, svolto da ricercatori dell’Università di Nanjing in Cina su fibroblasti umani in vitro sottoposti a fotoinvecchiamento per irraggiamento con radiazioni UVB, ha individuato un’azione della tossina botulinica nella stimolazione della produzione di collagene e nel contrastare i meccanismi del fotoinvecchiamento.

A proposito di queste ricerche, così commenta Giuseppe Sito, medico e chirurgo estetico a Torino, Milano e Napoli nonché docente a contratto presso la Seconda Università di Napoli: «All’effetto oggi tanto ricercato di cancellazione o riduzione delle rughe dinamiche secondo il consueto protocollo, che prevede l’iniezione della tossina botulinica a livello dei muscoli, si ipotizza una possibile azione sui fibroblasti. Non solo quindi una prevenzione della formazione delle rughe dovuta alla inibizione del movimento, ma anche un vero e proprio ringiovanimento tissutale dovuto proprio alla ricostituzione del derma a opera dei fibroblasti con un risultato di miglioramento della texture cutanea dovuta alla produzione di nuovo collagene. Questi risultati lasciano intravedere la possibilità di un effetto secondario delle attuali procedure di iniezione della tossina botulinica, con una biostimolazione che si aggiunge agli effetti già noti».

Proseguendo negli studi di queste proprietà, secondo Sito, potrebbe concretizzarsi la potenzialità di lavorare in modo sinergico con queste due azioni – ringiovanimento cutaneo e temporanea eliminazione delle rughe – che potrebbero diventare i due step di un trattamento ristrutturante complessivo del viso. «Questo per dire che sulle tecniche utilizzate in medicina estetica c’è ancora molto da scoprire. D’altra parte, ancora la tossina botulinica ci sorprende dopo la scoperta, evidenziata da alcuni studi effettuati in Inghilterra, in Islanda e negli Stati Uniti, di una sua azione sulla depressione, con un miglioramento dello stato dell’umore dei pazienti».

Bonaparte JP, Ellis D. JAMA Facial Plast Surg. 2015; 17(4): 256-263.

Permatasari F, Yan-yan Hu, Jia-an Zhang, et al. Journal of Photochemistry and Photobiology, 2014; 133: 115-123.