La rottura della barriera cutanea, uno degli attributi gravi delle malattie infiammatorie della pelle, è causata da un contenuto inferiore e da alterazioni patologiche dei lipidi nello strato corneo più superficiale della pelle (SC). Il ripristino della barriera cutanea con i lipidi cutanei nativi, in particolare le ceramidi (Cers), sembra essere una terapia promettente con effetti collaterali minimi. Per testare l’efficienza di queste formulazioni, sono necessari modelli in vitro della pelle con barriere interrotte.
Lo studio
Sono stati testati e confrontati tre diversi modi di interruzione della barriera cutanea: strippaggio del nastro, estrazione dei lipidi con solventi organici e interruzione della barriera mediante sodio laurilsolfato. Il livello di interruzione della barriera è stato studiato mediante studi di permeazione, e i parametri di ciascun metodo sono stati modificati per raggiungere cambiamenti significativi tra la pelle non danneggiata e il nostro modello.
La spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) è stata impiegata per chiarire i cambiamenti della permeabilità cutanea su scala molecolare. Inoltre, con le stesse tecniche è stato valutato il potenziale dei modelli sviluppati di essere ripristinati da agenti riparatori della barriera cutanea. È stata osservata una significativa diminuzione delle caratteristiche di permeazione attraverso i modelli in vitro trattati con le miscele lipidiche rispetto alla pelle danneggiata non trattata, il che implicava che la barriera cutanea fosse sostanzialmente ripristinata. Presi insieme, i risultati suggeriscono che i modelli in vitro scelti sono adatti per lo screening di potenziali agenti riparatori della barriera.
La spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) è stata impiegata per chiarire i cambiamenti della permeabilità cutanea su scala molecolare. Con le stesse tecniche è stato valutato il potenziale dei modelli sviluppati di essere ripristinati da agenti riparatori della barriera cutanea.
Inoltre, è stata osservata una significativa diminuzione delle caratteristiche di permeazione attraverso i modelli in vitro trattati con le miscele lipidiche rispetto alla pelle danneggiata non trattata, il che implicava che la barriera cutanea fosse sostanzialmente ripristinata. Presi insieme, i risultati suggeriscono che i nostri modelli in vitro sono adatti per lo screening di potenziali agenti riparatori della barriera.
La spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) è stata impiegata per chiarire i cambiamenti della permeabilità cutanea su scala molecolare. Inoltre, con le stesse tecniche è stato valutato il potenziale dei modelli.
Barbora Amélie Čuříková-Kindlová , Aneta Vovesná, Anna Nováčková, Jarmila Zbytovská; 14 dicembre 2021; 23(1):21. doi: 10.1208/s12249-021-02154-z