Il medico estetico deve sempre stare all’erta. Alla sua porta possono presentarsi problematiche di vario tipo. Si è in grado di riconoscere un paziente affetto da dismorfismo corporeo? Come comportarsi? E di fronte a un malessere improvviso del paziente, come soccorrerlo? Sono temi trattati durante il congresso di Agorà-Società italiana di medicina estetica, che si è tenuto a Milano lo scorso ottobre. A delineare i contorni del dismorfismo corporeo è stata la dottoressa Daniela Celani, psichiatra, psicoterapeuta, criminologa e medico estetico, che è intervenuta presentando uno studio sul disturbo di dismorfismo corporeo e la medicina estetica.

Cos’è il dismorfismo corporeo

«Si tratta di una patologia che può insorgere, generalmente, tra i 16-17 anni, ma che interessa anche l’adulto ed è caratterizzato da una persistente preoccupazione per una anomalia che non viene colta da nessuno, se non dal paziente stesso».

Come ha dimostrato la ricerca trasversale, il disturbo può legarsi anche alla medicina estetica. Il campione esaminato era composto, per la maggior parte, da donne con grado di istruzione alto e lavoro stabile. I trattamenti ai quali si erano sottoposti gli esaminati erano botulino, filler, laser. Di questi pazienti, ben 52 persone sono risultati positivi al disturbo, contro 48. La preponderanza di chi ha BDD (Body Dysmorphic Disorder) è donna, con grado di istruzione elevato, coniugata per il 31%. Quindi, il 52% ha evidenziato questo disturbo, come sintomo del grado di insoddisfazione corporea. Il dato del 52%, come sintomo del grado di insoddisfazione corporea, dimostra come numerose pazienti si rivolgano alla medicina estetica ritenendola la soluzione al disturbo. La medicina estetica deve, perciò, diventare esistenziale.

Il problema è come riconoscere un paziente che soffre di dismorfismo corporeo. Interessante è il test ideato da Rossella Rizzo, chirurgo maxillofacciale. Negli ambulatori del medico estetico si presentano anche ragazzi molto giovani affetti da questo disturbo ed è fondamentale approfondire le conoscenze della problematica. Chi soffre di questa patologia, spesso, si rivolge ai medici estetici perché ritiene che possano avere la soluzione più rapida e risolutiva al disagio che, in realtà, è di ben altra natura. Per un medico estetico non è semplice riconoscere con certezza questa patologia.

Un test per capire se si soffre di dismorfofobia

Esistono molti test per riconoscere questo disturbo, ma sono specialistici. Per questo, la dottoressa Rizzo, insieme al medico estetico Sabrina Francione, ha predisposto un questionario che, durante la visita medica, viene sottoposto al paziente che richiede un intervento. «Ogni risposta prevede un punteggio. Si sommano tutti i dati e se il risultato è sotto i 40 si può procedere. Sopra quella soglia, può nascere il forte sospetto della patologia e, in quel caso, con molta delicatezza, bisogna indirizzare il paziente ad uno specialista di altro ambito».  Il test, finora, ha dato degli ottimi risultati. Nel 70% dei pazienti che ha visitato lo specialista, è stato confermato il sospetto di dismorfismo.