I limiti dei sostituti dermici per test in vitro

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I limiti dei sostituti dermici per test in vitro

Uno studio pubblicato su Biomaterials Science evidenzia il limite dei sostituti dermici utilizzati per i test in vitro, discutendo sulla necessità di avere a disposizione modelli di pelle vascolarizzata, con le medesime proprietà della pelle umana.

Sono pochi i donatori di pelle, così tra i metodi biologici utilizzati dalla ricerca biomedica in campo dermatologico come modelli di test in vitro gli studiosi ricorrono a sostituti dermici frutto di ingegneria tissutale che contengono matrici dermiche sia naturali sia sintetiche, modelli elaborati al fine di ridurre i test sugli animali.

Sostituti dermici per test in vitro

La complessità della composizione della pelle è ben ripetuta da questo modelli che contengono cellule, matrice extracellulare (ECM) ed altre appendici ma non sono vascolarizzati.

I sostituti della pelle, infatti, rappresentano un’importante piattaforma per lo studio in vitro di patologie cutanee e tumori della pelle, ma anche per lo studio della riparazione dei tessuti, per lo screening di farmaci e per test cosmetici.

I limiti dei sostituti dermici

Purtroppo, però, la richiesta è più elevata della disponibilità e questi modelli, seppur sofisticati, presentano il limite dell’assenza di sistemi circolatori, deputati al trasporto dei nutrienti e allo smaltimento dei rifiuti. Questa mancanza rappresenta un limite ai dati che possono essere ottenuti.

Lo studio15

Gli autori di questo studio si sono concentrati sulla discussione e sull’analisi delle strategie di produzione avanzate per la pelle prevascolarizzata come un metodo basato su scaffold la tecnologia del rivestimento cellulare, ingegneria del foglio cellulare, bioprinting skin-on-a-chip e tridimensionale (3D).

C. Gao, C. Lu, H. Qiao, Y. Zhang, H. Liu, Z. Jian, Z. Guo e Y. Liu, Strategies for vascularized skin models in vitro; Biomater. Sci., 2022, 10, 4724; doi: 10.1039/D2BM00784C